Le novità e difficoltà
Cambio al vertice dell’Università della terza età: il cruccio sulla mancanza della sede

Di Dato lascia la presidenza, al suo posto Lucia Samero di GoriziAttiva. Sfide e speranze per il futuro.
Il prossimo anno compirà quarant’anni, ma all’Università della Terza età la sete di sapere continua a crescere, come del resto il numero delle iscrizioni. A raccontarlo è la presidente uscente Emiliana Di Dato, che torna a ricoprire il solo incarico di tesoriere. «Il consiglio dura in carica tre anni – precisa – ma siccome sarebbe scaduto a luglio abbiamo dato le dimissioni per poterlo rinnovare prima della chiusura dell’anno accademico».
Fra i membri del nuovo direttivo, a essere eletta con 55 voti è stata la neopresidente Lucia Samero, alla quale va ad affiancarsi il vicepresidente Gianluigi Chiozza, il direttore dei laboratori Flavia Lippi e il direttore dei corsi Claudia Simcic. Non di minore importanza l’apparato di segreteria, rappresentato dalla figura di Rossella Bianchin, oltre che quello del responsabile informatico Roberto Manià, del vicedirettore dei corsi didattici e responsabile viaggi e visite Anna Maria Grusovin e del vicedirettore dei laboratori Francesca Battisti. «Lucia si era già resa disponibile come presidente – spiega – perché io avevo due incarichi, come presidente e tesoriere. Sono stata presidente per 3 anni, e dopo il Covid abbiamo vissuto un anno molto critico senz’alcuna sicurezza per quanto riguardasse la sede». Dopo la pandemia, al Centro sociale Polivalente di via Baiamonti gli spazi si sono ridotti ulteriormente, un problema che è andato a sommarsi con la riqualificazione del centro. «Sin dall’inizio avevano escluso che potessimo restare in quella sede – rimarca – tant’è che durante la rielezione del consiglio direttivo l’allora presidente Maria Marsich Mancini aveva fatto sapere che non si sarebbe ricandidata».
Pochi i consiglieri che sono stati disposti a continuare in condizioni precarie, fra cui la stessa Di Dato, insieme a Roberto Manià con sua moglie Francesca. «Noi tre decidemmo di continuare in qualche modo e non mollare, perché era in ballo l’esistenza stessa dell’Ute». Una scelta vincente che nel tempo ha portato i suoi frutti, grazie alla quale è andato via via aumentando il numero dei corsi offerti e quello degli iscritti. «Se non avessimo tenuto duro per continuare a tutti i costi, si sarebbe dovuto procedere diversamente con qualche provvedimento. Poi ci siamo rimboccati le maniche contattando il Comune, nel tentativo di convincerli a lasciarci ancora per un po’ in quegli spazi». Ambienti ridotti e sala per conferenze con pochi posti a disposizione non agevolarono però lo svolgimento delle attività, costringendo a posticipare le elezioni del nuovo direttivo al mese di luglio. «In genere si tenevano a maggio, prima della conclusione dell’anno accademico. Quella volta arrivammo fino a luglio, perché nelle prime elezioni non si presentò nessuno, e io avevo gravi problemi personali. Il primo anno andammo avanti con un programma un po’ ridotto e “appena” 250 iscritti», rammenta.
Nel triennio gli iscritti sono aumentati per una media di un centinaio all’anno, lo scorso 2024 raggiungendo le 350 unità e quest’anno toccando quota 452. «L’anno scorso siamo rimasti nella stessa sede, anche se con qualche difficoltà mostrata da parte del Comune. Poi abbiamo trovato spazi all’esterno, fra cui quelli dell’università di Udine, che ci è venuta incontro mettendoci sempre un’aula a disposizione. E poi a San Rocco, e al Pastor Angelicus. E così – ammette - lo scorso anno abbiamo fatto lezione un po’ girovagando. Per quest’anno ci hanno comunicato espressamente che dovevamo andar via; quindi, ci siamo date da fare l’intera estate e abbiamo trovato dalle Ancelle di Gesù Bambino, dove tuttora siamo, grazie a un contratto di comodato».
Diverse le novità proposte, fra cui percorsi di benessere, yoga, musica, chi-kung e persino un corso di teatro. Che proprio nella serata di ieri - venerdì 16 maggio - ha coronato al Kulturni Dom l’anno accademico con lo spettacolo “Scenette per ridere insieme” della neonata compagnia “Attori coraggiosi”. Sotto la guida della maestra Rita De Colle il gruppo ha allestito una pièce divertente vincendo la titubanza iniziale, per chiudere in bellezza il ricchissimo calendario di proposte. «Per la prima volta l’Ute riesce a raggiungere un risultato in autonomia senza ricorrere a collaborazioni esterne – rimarca – con una compagnia formata da persone della nostra associazione. Si tratta di un gruppo nato inizialmente da una ventina di elementi, poi rimasti in dieci. Gli attori erano molto emozionati, ma sono davvero coraggiosi. Sono contenta di ritornare nel mio ruolo originario di tesoriere – conclude – e sono convinta che Lucia ce la farà perché ha tanta grinta. È estroversa, con tanta voglia di fare, sono sicura che coinvolgerà tante altre persone e volontari, di cui abbiamo sempre bisogno. Qui dalle suore stiamo bene perché ci aiutano e sono molto ospitali, oltre che simpatiche. Ma il problema della sede resta, e restiamo sempre provvisori. Il Comune era un partner importante».
Un sodalizio che era nato dal sostegno dell’amministrazione comunale unitamente a quello di insegnanti e volontari, rimasto tuttavia senza il supporto della municipalità. «Abbiamo ricevuto una lettera in cui ci viene chiesto di portare via tutti i materiali. Abbiamo una biblioteca con 3500 volumi che non sappiamo dove collocare. Provvisoriamente le porteremo qui dalle suore, ma siamo ancora alla ricerca di una nuova casa».
Foto di Giorgio Collauto.
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