Il botta e risposta
Barche e grigliate di Ferragosto ai Caregoni, Legambiente: «Nessun rispetto per avifauna ed ecosistema»

La replica di Brunetta di “Amici dei Caregoni”: «Hanno sempre rifiutato il confronto, la loro è solo propaganda».
I grandi classici non deludono mai. Lo si può dire senza dubbio e i numeri del tradizionale Ferragosto ai Caregoni lo confermano. Un appuntamento che nonostante il caldo borino ha richiamato circa 2mila persone e 500 imbarcazioni. Secondo quanto riferito dagli organizzatori non è stato registrato alcun disagio. La Capitaneria di Porto di Monfalcone ha vigilato sulla regolarità dell’evento. Non la pensa così il Circolo Legambiente di Monfalcone secondo cui «il rispetto per l’ambiente è stato spedito in soffitta» sostenendo che la «ressa ferragostana» sia dannosa per il sito protetto. «Dal 2017 – scrive Legambiente – interveniamo per fare appello a chi dovrebbe essere in grado di governare questo fenomeno, affrontando, nel migliore dei casi, una sfacciata indifferenza e, nel peggiore, le reazioni poco garbate dei consueti leoni da tastiera».
Ancora una volta l’associazione ambientalista sottolinea le ragioni delle sue osservazioni. Un’ampia porzione dei Caregoni è situata all’interno della Riserva Naturale Foce Isonzo ed è un “Sito Natura 2000” istituito in base alle direttive europee Habitat 92/43/CEE e Uccelli 2009/147/CE. Inoltre, lo scorso 10 luglio, il sito è stato ufficialmente riconosciuto come zona umida di importanza internazionale, entrando a far parte dei siti naturali della Convenzione di Ramsar e mira alla conservazione della biodiversità in Europa. Tra gli ambienti tutelati dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE), rientrano i "banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina", classificati come habitat prioritario (codice 1110). Questi banchi sabbiosi presenti anche nella località bisiaca sono aree sommerse e possono ospitare una varietà di biocenosi marine.
Inoltre, secondo Legambiente «la misura RE 117 del Piano di Gestione pone l’ ”Obbligo di verifica di significatività dell’ente gestore per le attività organizzate legate alla fruizione turistica ed agonistica che implicano l’uso di mezzi motorizzati, flusso ingente di persone (raggruppamento superiore alle 200 unità».
Il sodalizio specifica pure che «il codice della navigazione vieta la guida di imbarcazioni in stato di ebbrezza, con tolleranza zero per i minori di 21 anni e un tasso alcolemico massimo consentito fissato a 0,5 grammi per litro». Oltre alla protezione dell’avifauna, la lettera cita anche la necessità di tutela del «delicato ecosistema» che compone l’area: ambienti di riproduzione, alimentazione, praterie di fanerogame, banchi sabbiosi semi-sommersi compresi.
«La protezione delle aree naturali, negli ultimi anni, è precipitata agli ultimi posti nella scala dei valori mentre al primo posto si è affermato il presunto diritto di poter eludere ogni regola, considerata come fastidiosa limitazione della propria libertà, come se leggi e regole non fossero alla base di ogni convivenza civile. Ma tant’è…i tempi sono questi, tempi in cui noi ambientalisti, noi persone all’antica che vorremmo ad ogni livello poter convivere in una società rispettosa dei diritti dei più fragili dobbiamo ammettere di aver perso, travolti dalla banalizzazione degli argomenti, dalla politica all’inseguimento del consenso più che del Diritto, dal confinamento in soffitta di quelli che orgogliosamente si definivano “Beni collettivi”».
Infine viene resa nota una nota “di salute pubblica”: «Si può immaginare che l’abbondanza di birra consumata abbia favorito la diuresi dei partecipanti. Considerato che una singola minzione può mediamente produrre dai 300 ai 500 millilitri di urina, possiamo facilmente stimare un “versamento” collettivo medio di un paio di ettolitri di pipì in poche centinaia di metri quadrati, dove allegramente si ballava e cantava, immersi in un’acqua particolarmente calda. Va bene così?». Immediata la replica di Stefano Brunetta, vicepresidente dell’associazione “Amici dei Caregoni”. «È giusto e sacrosanto esporsi ma la questione sollevata è strumentale – sono le parole di Brunetta – Legambiente ha sempre rifiutato il confronto con noi e continua a stare sulle sue posizioni lamentandosi e criticando basandosi su motivi inconsistenti». «Dovrebbero ascoltare i gestori e i portatori della Riserva – conclude il vicepresidente – noi ci siamo sempre, disponibili all’ascolto e al confronto. La loro è solo propaganda. Non hanno partecipato alle riunioni promosso dal Comune di Staranzano».
Foto d'archivio Il Goriziano
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