DOPO IL CONSIGLIO COMUNALE
Aumenta la Tari a Ronchi, Vecchiet: «Un nuovo balzello». Il dem Cumin: «Colpa della congiuntura economica»

Dall’opposizione, Insieme per Ronchi tuona contro i rincari che secondo il dem sono dovuti al monopolio del termovalorizzatore di Trieste, «potenziare la differenziata e sostegno alla tariffa puntuale».
Se nel 2024 l’Amministrazione Comunale aveva deciso di aumentare l’Irpef a tutti coloro che guadagnano in un anno oltre 20mila euro, chiaramente lordi, anche quest’anno è la volta di un aumento, quello della Tari. A farlo notare è il consigliere di opposizione Livio Vecchiet che commenta: «Ormai nel nostro Comune l’obiettivo unico è quello di aumentare solo le tasse». Andiamo ad illustrare la situazione. Nel Comune di Ronchi, i costi totali del Piano Economico Finanziario (PEF), che rappresentano la spesa complessiva per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, sono aumentati costantemente negli ultimi anni.
Nel 2019, il totale era di 1.683.931 euro. Nel 2020, si è registrato un lieve incremento, con una spesa di 1.696.622 euro. Nel 2021, il costo è cresciuto ancora fino a 1.758.326 euro, mentre nel 2022 c’è stato un aumento più marcato, raggiungendo i 1.975.802 euro.Nel 2023, la spesa è arrivata a 2.091.827 euro, e nel 2024 è ulteriormente salita a 2.195.315 euro. Secondo le previsioni per il 2025, i costi saliranno ancora, toccando i 2.279.000 euro.
Parallelamente, anche i costi per lo spazzamento stradale, che dal 2021 includono anche la raccolta dei rifiuti abbandonati e lo svuotamento dei cestini, hanno subito variazioni significative. Nel 2019, il costo era pari a 101.483 euro, salito leggermente nel 2020 a 103.537 euro. Con l’introduzione dei nuovi servizi, nel 2021 si è registrato un forte aumento, arrivando a 197.158 euro. Nel 2022, i costi sono diminuiti a 138.577 euro, per poi risalire a 145.082 euro nel 2023. Nel 2024, la previsione è di una nuova crescita fino a 196.455 euro, mentre per il 2025 si prevede una lieve riduzione, con una spesa stimata di 189.880 euro.
«Mentre anche il nostro Presidente della Repubblica ha ricordato che da trenta anni le paghe e le pensioni non aumentano, i nostri cittadini sono costretti a pagare ogni anno sempre di più – rileva Vecchiet - dai numeri sopra descritti è facile capire che ogni anno i costi che si ripercuotono sulle famiglie continuano a salire, a poco è servita l’aumento in percentuale della raccolta della carta e della plastica che ormai nel nostro Comune da tempo è vicina all’80%». Secondo l’esponente di minoranza, il vero problema è «il costo ormai insostenibile della raccolta e dello smaltimento del rifiuto secco indifferenziato, che deve essere smaltito presso l’unico inceneritore della nostra regione a Trieste, che lavora in regime di monopolio, dove i costi crescono in pratica ogni anno, e noi siamo costretti a pagare».
«Purtroppo neppure l’avvio della fusione di tre società regionali, la nostra Isontina Ambiente, A&T 2000, e NET, per un totale di 165 comuni serviti, lascia sperare in una futura diminuzione dei costi del servizio, in quanto i rifiuti indifferenziati dovranno sempre essere smaltiti a Trieste se non si trovano soluzioni alternative» fa notare Vecchiet. «Dal 2025 Isontina Ambiente ha deciso di introdurre la tariffa puntuale, in sostanza coloro che smaltiscono meno rifiuti indifferenziati dovrebbero il prossimo anno pagare di meno, quanto nessuno lo sa – continua il consigliere - si assiste invece ad una situazione insostenibile sul nostro territorio, l’abbandono dei rifiuti sta aumentando e questo crediamo che si ripercuoterà sulle tariffe delle nostre famiglie. Ma non basta: infatti i nostri esercizi commerciali devono pagare tariffe molto più elevate di comuni limitrofi.
Nella seduta del Consiglio Comunale delo scorso 28 aprile, Insieme per Ronchi assieme al resto dell’opposizione consiliare ha votato contro il provvedimento in maniera perché considerato «un nuovo balzello». «Altri Comuni hanno deciso di compensare questi aumenti, mediante fondi comunali, nel nostro Comune invece questo non succede – conclude - tante risorse finanziarie sono destinate eventi di breve durata, che sono anche importanti, ma riteniamo che in questo periodo difficile per i nostri cittadini, parte di queste risorse dovrebbe servire a calmierare anche le tasse, ma questo a Ronchi non si vuole fare».
Di tutt’altra opinione è il consigliere del Pd Savio Cumin secondo il quale le valutazioni di merito riguardo l’approvazione del Piano Finanziario 2025 e la determinazione delle conseguenti tariffe della Tari «non si possono discostare sostanzialmente rispetto a quelle espresse nello scorso anno». «Alla stregua degli anni passati, il dato finale del Pef 2025 viene fortemente condizionato da una congiuntura economica che di riflesso ha comportato tutta una serie di maggiori costi di servizio, di cui soltanto una parte va addebitata agli aumenti delle spese energetiche, ai periodici adeguamenti contrattuali del personale interno e all'affidamento di appalti esterni – specifica Cumin - ritengo che la vera maggior criticità nella lievitazione delle tariffe per cittadini e imprese vada ricercata nell'assoluto monopolio da parte del termovalorizzatore di Trieste, unico impianto regionale per lo smaltimento del secco residuo, che comporta un elevato costo per ogni tonnellata conferita».
Bene quindi per il dem «l'input strategico di Isa Ambiente nel promuovere e incentivare ogni forma di azione virtuosa, volta a spingere costantemente sulla raccolta differenziata, al fine di mininimizzare il conferimento di secco residuo, anche con formule tariffarie, quali la tariffa puntuale, che possono consentire il contenimento delle spese legate allo smaltimento del rifiuto non riciclabile». Cumin rileva come necessario un «ulteriore salto di qualità nella raccolta differenziata, attraverso il superamento della fatidica soglia dell'80% rispetto alle seppur buone percentuali registrate nel passato, consolidate attorno al 76/77%».
Per quanto riguarda la situazione societaria di Isa Ambiente, anche l'esercizio 2024 ha prodotto un utile seppur più contenuto rispetto all'anno precedente, pari a circa 463mila euro, inoltre è in corso una trattativa complessa e delicata, volta a definire un importante processo di aggregazione con altri società di gestione regionali come da indicazione ricevute dai comuni soci. «L'amministrazione comunale, nel prendere atto dell' importo lordo del Pef 2025, ha soltanto potuto detrarre quanto previsto dalla normativa il contributo del Miur per le istituzioni scolastiche statali di 8.660,24 euro, il contributo regionale per la discarica di Pecol dei Lupi pari a 60.503,30 euro e le entrate dervanti dall’attività di recupero evasione per 36.334,77 euro a cui vanno aggiunti i 29mila euro dell'utile 2024 di Isontina Ambiente» rileva Cumin.
«In tal senso dal 2022, come giustamente segnalato nella presentazione dal vicesindaco, oltre 210mila euro tra risorse del fondone covid e utili societari, sono andati a scomputo dei vari piani finanziari, contenendo in tal modo gli aumenti tariffari previsti – conclude - infine riguardo al deprecabile malcostume dell'abbandono dei rifiuti, auspico che finalmente possano essere intrdotti dall'amministrazione comunale dispositivi deterrenti, quali le cosidette fototrappole, al fine di dissuadere e se necessario sanzionare comportamenti scorretti e incivili, che rischiano di vanificare il quotidiano e prezioso impegno nella attività di differenziazione dei rifiuti, svolto della stragrande maggioranza dei cittadini».
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