LA VERTENZA AZIENDA – CITTÀ
Asset attuali e futuri di Fincantieri, MCS: «Arrivare a una ‘Legge Monfalcone’» su responsabilità, finanziamenti e legalità
Terzoni e Altran chiedono un tavolo istituzionale per definire un sistema legislativo «che guidi i diversi stakeholder, in modo che la città diventi un esempio nazionale da imitare».
Anche Monfalcone Civica e Solidale si inserisce nel dibattito che si è aperto nei giorni scorsi tra Fincantieri e Comune di Monfalcone a seguito del Consiglio Comunale di lunedì scorso. Il movimento ritiene che una volta espresse le posizioni delle parti, si debba «cominciare a lavorare insieme». «La città ha sempre vissuto in simbiosi con il proprio cantiere, motore di crescita sociale e luogo dove nascono le navi più belle del mondo – scrivono Giovanna Terzoni ed Enrico Altran – dai bacini e dalle officine, le navi prendono il largo e portano ovunque il nome della città, legadolo a valori di benessere, sostenibilità, ricerca, tecnologia, stile ed eleganza. La Civica prende quindi in esame varie criticità, necessità ma anche punti di forza dovuti ai mutamenti del tessuto sociale: denatalità, primato europeo dell’economia manifatturiera, distribuzione equa della ricchezza.
Se si analizza attentamente questo particolare momento di confronto tra la città, la fabbrica, lo Stato e la Regione, si comprende come i complessi problemi sociali, dovuti a diverse cause, in primis alle nuove politiche produttive, abbiano raggiunto un punto in cui le tematiche devono essere poste onestamente sul tavolo, per trovare soluzioni complesse che possano fare di Monfalcone un esempio da imitare a livello nazionale. Non è stato corretto adottare in modo massivo la nuova organizzazione interna senza una valutazione adeguata dei relativi impatti sociali sul resto del territorio. Inoltre, la politica, sia a livello locale che nazionale, non ha saputo agire con coerenza per fare la propria parte.
«È noto che Fincantieri contribuisce con 3 miliardi al PIL regionale – fa notare MCS - poco meno del 7% del prodotto interno lordo annuale del Friuli Venezia Giulia, versando quindi nelle casse regionali una cospicua quantità di tasse, come previsto dalle leggi dello Stato. Meno nota è l’attuazione del progetto “Maestri del Mare”, l’adozione di sistemi robotizzati per alleggerire il carico fisico sui lavoratori ricorrendo a fornitori regionali e nazionali, la creazione della figura del “digital collar”, con l’obiettivo di attrarre lavoratori italiani specializzati. Non ci sono informazioni sui progetti Ghana e Tunisia, per il reclutamento di figure professionali non più reperibili in Italia, se non quelle della stampa».
Critiche - a fronte di un investimento notevole per dotare i lavoratori di armadietti, docce e spazi ricreativi all’interno del cantiere – sul fatto che «si continuano a vedere tanti lavoratori in tuta da lavoro in giro per la città». Tra le novità che «non hanno ancora generato ricadute sul sistema città» c’è anche l’apertura della Step2Connect, sportello di intermediazione culturale online per ascoltare e indirizzare le necessità e orientare nei diritti e doveri il personale dell’indotto, l’organizzazione di corsi di italiano ed educazione civica attraverso l’Istituto Dante Alighieri. «Il nuovo protocollo di legalità sottoscritto con il Ministero dell’Interno e il protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza, sono certamente fatti concreti e potenzialmente necessari» avverte poi MCS.
E ancora: «Non ci sono state, almeno a conoscenza di Monfalcone Civica e Solidale, occasioni per acquisire informazioni utili a gestire in modo sinergico le azioni sulla legalità del territorio e crediamo che anche da parte di Comune ed Enti locali sia mancata una rappresentazione di ciò che viene fatto fuori dalla fabbrica per tamponare le situazioni più conflittuali». Tra gli aspetti su cui si deve ragionare, c’è anche la necessità di «interventi che coinvolgano la città, il Governo e la Regione per formare cittadini stranieri sempre più preparati che siano consapevoli delle regole del Paese in cui andranno a lavorare, così da essere non solo eccellenti lavoratori, non sfruttati, ma anche buoni cittadini e occorre una città in grado di accoglierli nella prosperità e sicurezza sociale».
«Cavalcare il malcontento non paga, come si è visto in questi dieci anni – concludono Terzoni e Altran - ora è il momento di sedersi a un tavolo istituzionale, costruire un quadro completo di opportunità, difficoltà e proposte, per definire un sistema legislativo che guidi i diversi stakeholder, ciascuno per la propria parte di responsabilità e competenza, in modo che Monfalcone, da caso nazionale negativo, diventi un esempio nazionale da imitare. Riteniamo che i tempi siano maturi per arrivare a una “Legge Monfalcone”, dove siano previsti ambiti, responsabilità, finanziamenti e metodi di monitoraggio efficaci, per andare verso il futuro con serenità, sicurezza e convinzione».
Foto di Enrico Valentinis
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.
Occhiello
Notizia 1 sezione
Occhiello
Notizia 2 sezione













