L’INTERVENTO
Asili nido insufficienti e tempo pieno ridotto: le critiche di Monfalcone Civica e Solidale sulla gestione scolastica del centrodestra

Morsolin e Saullo accusano l’amministrazione Fasan di trascurare integrazione, pari opportunità e sostegno alle famiglie, nonostante le risorse economiche a disposizione e le mutazioni sociali in atto.
Inaugurazioni e conclusioni dei cantieri di lavoro nelle scuole cittadine sono senza dubbi un valore aggiunto per Monfalcone. C’è però chi ricorda che sul tema Istruzione vanno affrontati anche questioni aperte e conseguenti problemi. Dopo aver scritto delle tesi dell’europarlamentare ed ex sindaco Cisint e del consigliere comunale e regionale Moretti, a proporre una riflessione sul sistema scolastico monfalconese alla luce delle modificazioni sociali degli ultimi dieci anni e di progettualità messe in campo dalle amministrazioni, è ora Monfalcone Civica e solidale per voce dei consiglieri comunai Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo.
«Sulla vicenda della chiusura del tempo pieno alla Duca D'Aosta si sono scritte già molte righe, ma questa questione non è che un pezzo della intera politica della destra, nell'ambito scolastico, a Monfalcone – sostengono i due esponenti - ed è utile ricordarlo, mentre la Lega taglia il nastro di una scuola elementare mettendo sotto il tappeto i pasticci di questi anni. Il problema dell'impatto di Cisint & Co nella vita politica cittadina, non sta infatti nelle singole decisioni o nelle tante inaugurazioni, ma nel quadro complessivo che si delinea».
Morsolin e Saullo fanno così alcune considerazioni su cosa voglia dire oggi «essere bambini a Monfalcone».
«Dal 2018 la destra che governa la città è cosciente della presenza di una lunga lista d'attesa di bambini che non possono accedere ai nidi ed alla scuola per l'infanzia: quest'anno l'attesa è stimata in oltre 100 bambini – fanno notare - vista la composizione sociale della città l'aspettativa è che molti di questi bambini siano stranieri e quindi, per loro, la precoce scolarizzazione potrebbe promuovere l'integrazione e fornire occasioni formative decisive. Eppure in quasi un decennio la destra non ha saputo ampliare l'offerta di asili nido, nonostante linee specifiche di finanziamento attraverso il PNRR (in altri casi tra l'altro sfruttate con grande vanto), finendo per essere la città (in proporzione) con più bambini che nascono e la peggior copertura di posti-nido nella regione. Non stiamo esagerando. A Monfalcone quest'anno sono stati ammessi ai nidi 43 bimbi a fronte della 129 richieste arrivate, a Gorizia sono state soddisfatte 106 richieste su 174 domande. Un altro campionato».
E ancora: «Certo, non è obbligatorio mandare i figli al nido, anche se sappiamo che i servizi come questo sono fondamentali per promuovere l'emancipazione femminile dalle attività di cura. Non basta predicare sulla libertà, occorre creare servizi che la promuovano nel concreto come non è obbligatorio mandarli al tempo pieno, anche se sappiamo - c'è su questo ad esempio un rapporto di Save the Children del 2022 - che è una misura che riduce le diseguaglianze, migliora i livelli di apprendimento e aiuta lo sviluppo di autonomia emotiva e relazionale. Ovviamente gli stessi risultati si possono ottenere con altre attività pomeridiane di socialità e crescita delle competenze, ma c'è chi può permettersele e chi no».
A proposito di risorse economiche, McS affronta anche la questione della morosità nelle mense scolastiche. «Non è certo un fenomeno nuovo – commentano dalla civica - era presente anche nel 2012, con molta meno popolazione straniera. Ogni volta che lo Stato eroga un servizio esiste una percentuale di persone che non pagano la tariffa, ma quando quel servizio è obbligatorio è semplicemente necessario comprendere le ragioni della morosità, se necessario rivalersi su chi non ha pagato il servizio - gli strumenti ci sono - e non fantasticare di interrompere il servizio. Immaginate se qualcuno si sognasse di interrompere la rimozione dei rifiuti dalle zone cittadine dove ci sono più evasori».
Sulla riduzione del tempo pieno alla Duca D'Aosta a McS vengono «i brividi al pensiero che questo stile possa diffondersi anche ad altre realtà e classi» perché «non fa che marcare il disinteresse dell'amministrazione rispetto al tempo scolastico prolungato ed al suo significato sociale e culturale, proprio in una scuola dove è ormai altissima la percentuale di bambini di origine straniera, quindi con sfide maggiori in termini culturali e sociali».
Non manca infine un richiamo alla Costituzione, all’articolo 3: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...».
«Ecco, quando un leghista ci chiede perché siamo così appassionati al destino di una scuola piena di stranieri o alle liste d'attesa per i nidi, forse potremmo semplicemente ricordargli che ci preoccupiamo semplicemente perché la Repubblica gli ostacoli dovrebbe levarli, non aggiungerli» concludono Morsolin e Saullo.
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