TRA RONCHI E FOGLIANO REDIPUGLIA
Arriva ‘Internati!’, lo spettacolo che racconta dei preti arrestati nel 1915 e reclusi in Italia

Basato sul lavoro di ricerca di Camillo Medeot, è stato scritto e proposto da Ivan Bianchi e Vanni Feresin. La regia è di Enrico Cavallero.
Farra d’Isonzo, 1933. Nella casa canonica del paese don Francesco Spessot è assorto alla tastiera di un vecchio harmonium. Mentre sta provando alcuni brani, rapito dalla musica, suona un campanello: è monsignor Giovanni Kren, suo amico anche se più vecchio di quasi vent’anni. La loro è un’amicizia che dura da tanto e che ha passato anche un Guerra Mondiale, la prima. Quella che ha lasciato su oltre sessanta preti del territorio il marchio indelebile di “internati”, ovvero reclusi in varie località d’Italia (Torino, Firenze, Lucca, Trapani, Marsala e tanti altri) con varie accuse. Prima fra tutte quella di essere “austriacanti”, o addirittura “odiatori degli italiani”. Accuse infondate ma dettate dalla psicosi dell’esercito italiano appena giunto nel Goriziano e che non aveva trovato l’accoglienza festosa promessa da stampa e dalle alte gerarchie.
Oltre sessanta storie di uomini che hanno pagato il servizio al proprio gregge e alla Chiesa con la reclusione e l’internamento – qualcuno per non far mai ritorno a casa – che Camillo Medeot, negli anni ’60, recuperò e trascrisse in articoli apparsi su Iniziativa Isontina e, poi, in un volume, “Storie di preti isontini internati nel 1915”. Isontini perché si andò da Grado fino a Caporetto, con poche eccezioni. Storie che a cinquant’anni dalla prima pubblicazione del 1970, nel 2020, sono tornate alla ribalta grazie alla ristampa voluta e finanziata da don Renzo Boscarol che, scomparso nel 2021, non ha potuto vedere l’opera nuovamente in vita.
Grazie al finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il Centro Studi politici economici e sociali “sen. Antonio Rizzatti” di Gorizia ha voluto mettere in scena alcune di queste storie: ecco che don Giovanni Kren e don Francesco Spessot ritornano in vita e si ritrovano proprio nella canonica di Farra e rivivono alcune di queste storie: vite, volti, nomi, luoghi, un intreccio costante che si muove nella storia e nei ricordi ma anche nella ricerca di giustizia storica. Vicende che sono il chiaroscuro della storia che coinvolge il territorio nel periodo della Grande Guerra e che per anni è stato taciuto. Una storia, anzi più storie, quasi sessanta, che nel racconto postbellico non potevano starci così come i fucilati di Cercivento o i Fassinars di Villesse.
Nasce così “Internati!” e tra i personaggi raccontati ci saranno don Giuseppe Camuffo, fondatore della Cassa rurale di Capriva del Friuli, don Francesco Plet, parroco di Villesse che visse la tragedia dei Fassinars, don Giorgio Peternel, parroco di Caporetto, dato per fucilato quando non era affatto vero con un'accusa di spionaggio non veritiera, le stesse storie di don Giovanni Kren e don Francesco Spessot, e don Mersob Iustulin, finito addirittura in Sicilia.
Lo spettacolo, che rientra nei progetti “In anima e corpo: profuganza e ritorno nel Goriziano cent’anni dopo”, inserito nei finanziamenti Avviso Manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica, approvato con deliberazione della Giunta regionale 1673/2023 e Bando storico etnografico “Novecento”, entrambi della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, è stato ideato e scritto da Vanni Feresin e Ivan Bianchi, che sono anche i due attori principali nelle vesti rispettivamente di don Francesco Spessot e monsignor Giovanni Kren. Con loro in scena ci sarà anche Salvatore Ferrara nel ruolo di Camillo Medeot.
Le voci narranti sono Francesca Cavallero ed Enrico Cavallero che ha anche curato la regia. La prima è prevista giovedì 24 luglio alle 21.15 in Dolina dei Bersaglieri tra Fogliano Redipuglia e Ronchi dei Legionari ed è inserita in “Luci & Ombre sul Carso della Grande Guerra”, rassegna organizzata dalla Pro Loco Fogliano Redipuglia. Info e prenotazioni a info@prolocofoglianoredipuglia.it o telefonando allo 0481489139 o 3461761913.
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