L'arcivescovo Redaelli celebra la messa di Natale a Versa: «Ringraziare è crescere in fraternità»

L'arcivescovo Redaelli celebra la messa di Natale a Versa: «Ringraziare è crescere in fraternità»

La celebrazione

L'arcivescovo Redaelli celebra la messa di Natale a Versa: «Ringraziare è crescere in fraternità»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 25 Dic 2025
Copertina per L'arcivescovo Redaelli celebra la messa di Natale a Versa: «Ringraziare è crescere in fraternità»

Partecipata liturgia in uno dei cortili delle case colpite dall'alluvione del 17 novembre. Il Comune premia la comunità con il Cûr e Paîs 2025.

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Un Natale particolare, quello vissuto dalla comunità di Versa, che questa mattina ha ospitato l’arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Redaelli, per la celebrazione della Messa nella Solennità della Natività del Signore. Un gesto di vicinanza per il paese, colpito oltre un mese fa, il 17 novembre, da una terribile alluvione che lo ha messo in ginocchio. La liturgia delle ore 9.30, tradizionalmente celebrata nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, oggi ha visto una cornice totalmente diversa: il cortile di una delle case colpite dall’acqua in quel mattino di novembre.

A celebrare la solenne funzione l’arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, assieme al parroco, monsignor Michele Centomo: proprio Redaelli era stato in visita al paese qualche giorno dopo il terribile evento, così come nella vicina Brazzano, colpita da una frana che ha causato due morti, avviando una raccolta fondi che in pochi giorni, grazia a una Colletta straordinaria in tutte le chiese dell’Arcidiocesi, ha 29.800 euro.

Un Natale che è stato «un po’ diverso anzitutto per voi oltre che per me – come ha esordito nell’omelia monsignor Redaelli – abituato a celebrarlo ormai da diversi anni a Gorizia nella chiesa di Sant’Ignazio. Un Natale che non si festeggia in chiesa, ma all’aperto, in un luogo che porta ancora i segni dell’alluvione di più di un mese fa. In un paese, quindi, ferito, con persone e famiglie che vivono ancora una situazione di precarietà e di preoccupazione come purtroppo avviene ancora, non molto distante da qui, a Brazzano e nelle località vicine».

«Vorrei tanto che questa celebrazione rafforzasse in voi questa fede nella presenza di Dio e vi portasse perciò tanta speranza. Una fede e una speranza basate su un amore che, nonostante tutto, avete sperimentato e mi auguro ancora sperimentiate in voi e attorno a voi», così ancora l’arcivescovo nell’omelia nella quale si è auspicato che rimanga «sempre forte il senso di riconoscenza verso chi vi ha aiutato, anche tra di voi reciprocamente e non solo da parte di chi è venuto dall’esterno. Ringraziare non è solo questione di buona educazione, ma è il modo per crescere in fraternità».

«Mi piacerebbe tornare presto qui da voi per celebrare nella vostra chiesa rimessa a nuovo e in un paese tornato alla normalità», ha proseguito il presule che ha concluso: «Vorrei che quanto è successo vi portasse a essere una comunità ancora più unita, più solidale, più accogliente e che questo restasse anche superata la fase di emergenza e di riparazione».

Al termine della celebrazione è stato consegnato fisicamente il premio Cûr e Paîs 2025 all’intera comunità di Versa: si tratta di un riconoscimento corale che quest'anno è stato dedicato alla popolazione di Versa per la reazione avuta nelle avversità: nonostante gli ingenti danni subiti a causa dell'alluvione del 17 novembre scorso, ha reagito dimostrando grande forza nell'affrontare le difficoltà del momento.

Nel frattempo, rimane un segno tangibile di questa situazione il presepe realizzato all’interno della chiesa parrocchiale e tra i segni dell’alluvione all’interno della chiesa – alcuni stalli in legno rimossi per essere asciugati e le mura ancora segnate dal fango – dai giovani dell’Azione cattolica ragazzi seguiti dagli animatori.  

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