L'ANNIVERSARIO
55 candeline per la Fidas di San Canzian d'Isonzo: «Atto di coraggio e altruismo»
La sezione bisiaca ha ricordato i fondatori e ha ribadito l'importanza del dono del sangue come gesto di generosità e di salvezza.
Sono stati celebrati ieri sera, martedì 21 ottobre, nella sala consiliare del municipio di Pieris, i 55 anni di attività della sezione di San Canzian d’Isonzo, parte della Fidas isontina. Un traguardo importante, che ha visto riuniti parte dell'amministrazione comunale, volontari, storici fondatori e nuovi donatori per rendere omaggio a oltre mezzo secolo di impegno a favore della comunità locale.
Durante la serata, particolarmente sentita e partecipata, sono stati ricordati con affetto e riconoscenza coloro che, in quel lontano ottobre del 1970, diedero vita alla sezione sancanzianese: i donatori di sangue attivi presso l'ospedale di Monfalcone, con il primo presidente Nino Faggiani, affiancato dai consiglieri Ferruccio Gottard, Giuseppe Cosolo, Gregorio Gregorin, Giorgio Benes e Arrigo Pagotto. «La donazione del sangue è donare la vita – ha spiegato il sindaco Claudio Fratta – è un gesto non scontato, ma decisamente importante. È il simbolo di una comunità che si prende cura di sé stessa». Le sue parole hanno sottolineato il valore civico e umano di un gesto semplice, ma estremamente fondamentale.
Un’importante analisi è giunta anche da parte del dottor Massimo La Raja, che ha voluto porre l’accento sulla dimensione personale del dono: «Un momento, quello della donazione del sangue, molto intimo anche se fatto davanti a diverse persone - spiega - è una scelta per poter donare un salvavita non replicabile in laboratorio». Un richiamo alla preziosità del sangue umano, insostituibile anche nei tempi della medicina più avanzata.
Presente anche l’assessore all'ambiente Franco Devidè, da sempre vicino a Fidas, con una testimonianza personale: «Sono iscritto dal 1976 e conosco bene il valore di questa realtà - ha spiegato - fondamentale è anche il ruolo del medico trasfusionale e l’entrata in servizio della nuova autoemoteca, che ci permetterà di raggiungere più persone e raccogliere più sangue in sicurezza».
Intervenuto anche il presidente di Fidas isontina, Tiziano Zolia, che ha ricordato l’importanza della creazione di consapevolezza tra i giovani: «Un farmaco salvavita importantissimo per le diverse persone che soffrono di patologie che lo richiedono molto spesso - prosegue - è fondamentale che le nuove generazioni comprendano quale grande beneficio questo nobile gesto possa portare al prossimo».
In chiusura della serata, don Francesco Fragiacomo ha guidato un momento di preghiera, ricordando come l’atto della donazione sia «un grande e fondamentale atto di coraggio e di altruismo verso il prossimo».
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