Le rose che riuniscono l'antica Contea di Gorizia, tre città piantano boccioli

Le rose che riuniscono l'antica Contea di Gorizia, tre città piantano boccioli

il simbolo

Le rose che riuniscono l'antica Contea di Gorizia, tre città piantano boccioli

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 28 Apr 2024
Copertina per Le rose che riuniscono l'antica Contea di Gorizia, tre città piantano boccioli

Oggi i sindaci di Gorizia e Nova Gorica hanno accolto una delegazione dell’amministrazione comunale di Lienz per piantare tre rose in Castello.

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Oggi Gorizia spegne 1.023 candeline e quest’anno ha celebrato il proprio compleanno in un modo un po’ diverso dal solito, all’insegna del giardinaggio. In Borgo Castello, nell’aiuola tra piazzale Seghizzi e le mura del maniero, i sindaci di Gorizia e Nova Gorica – rispettivamente Rodolfo Ziberna e Samo Turel – hanno accolto una delegazione dell’amministrazione comunale di Lienz per piantare, armati di badili, tre rose: una in rappresentanza di ciascun comune.

Il simbolo
«Piantiamo oggi tre rose per la pace e per celebrare un simbolo comune a tutte e tre le nostre città», spiega Ziberna. Il riferimento non è solo alla rosa di Lienz, presente sullo stemma della cittadina tirolese, da cui prende il nome la varietà a cinque petali chiamata Lienz Rose; lo è anche al fiore dello stemma comunale di Nova Gorica, essa stessa nota come “Città delle rose”, e al celebre radicchio goriziano: la Rosa di Gorizia.

Proprio a quest’ultima, secondo l‘assessore al Controllo delle finanze di Lienz Paul Meraner, potrebbe essere riservata particolare attenzione «in occasione della fiera gastronomica che, ogni estate, si svolge nella piazza municipale della nostra cittadina». Non è venuta meno la sua determinazione neanche quando gli è stato ricordato che il radicchio è un prodotto difficile da reperire dopo l’inverno. In suo soccorso è prontamente giunto lo stesso Ziberna: «Esistono prodotti derivati dal nostro radicchio che ne consentono l’uso anche fuori stagione, come creme, sott'olii, grappe e altri estratti. Troveremo senz’altro il modo di farveli avere».

La storia comune
Sempre Meraner ha poi ricordato le radici comuni che legano Lienz al Goriziano storico, oggi transfrontaliero: «Una storia risalente al Medioevo, quando i conti di Gorizia esercitavano il proprio dominio anche sul Tirolo, e proseguita poi con la successione degli Asburgo, fino alla Prima guerra mondiale. Secoli in cui popoli diversi si sono incontrati e hanno convissuto lasciando ciascuno le proprie tracce indelebili».

L’auspicio dell’assessore austriaco è che il 2025, con la Capitale europea della cultura, «sia l’occasione per coltivare e intensificare i rapporti reciproci, celebrando la ricchezza di queste diversità, base anche del patrimonio dell’Europa unita». Volontà pienamente condivisa anche dai due sindaci presenti, a cui fa eco anche Patrizia Artico, l’assessore goriziana alla Capitale europea della cultura e al Gect: «Da questo confine deve partire un messaggio internazionale di pace. Soprattutto in considerazione degli eventi bellici dei nostri giorni, possiamo dimostrare che territori in cui in passato si è combattuto aspramente hanno saputo dire “adesso basta!”».

L’assessore ha quindi annunciato che a breve, tra maggio e giugno, si svolgerà una manifestazione di carattere prevalentemente musicale che coinvolgerà anche la banda di Klagenfurt: «A margine si svolgerà un incontro sugli scambi turistici tra i nostri territori nell’ambito di quell’Alpe-Adria che vorrei tanto si rilanciasse nel 2025».

Presente anche il consigliere comunale di Gorizia Antonio Devetag, verso il quale è stato espresso il riconoscimento di Ziberna per il ruolo avuto, quando era assessore alla Cultura e non solo, nel coltivare i rapporti con Lienz. Per Devetag è «importante estendere Go! 2025 anche al Tirolo, avendone condiviso la capitale per tanto tempo, con diverse iniziative di scambio da sfruttare, non solo a livello enogastronomico ma anche artistico».

Le rose piantate
Oltre alla Lienz Rose sono state piantate due ulteriori varietà: la Louise Odier, in rappresentanza del comune di Gorizia, e la Prešeren Rose per Nova Gorica. La prima è stata descritta dall’esperta in floricoltura ed erboristeria Liubina Debeni come «antica, ottenuta per ibridazione nel 1851 dal coltivatore francese Jacques Julien Margottin». Si tratta di una varietà del gruppo di rose Bourbon, di cui il roseto del monastero della Castagnavizza, oggi parte del comune di Nova Gorica, ospita la seconda collezione più grande d’Europa, dopo Parigi.

L’altro fiore, invece, è stato presentato con orgoglio dallo stesso sindaco Turel, trattandosi della prima varietà slovena di rose, ibridata nel 2008 dal vivaista dell’Associazione amanti delle rose della Goriška Matjaž Kmecl. Il primo cittadino ha quindi colto l’occasione per invitare la delegazione tirolese al Festival delle rose di Nova Gorica, in corso in questi giorni, fino al 19 maggio.

Foto Tibaldi

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