La frittata più buona cucinata da Sofia e Nikol, cucina e tradizione a Rupa

A venir presi in considerazione non solo il gusto, ma anche la forma delle frittate. Il pomeriggio iniziato con il confronto tra candidati sindaco.

È stata preparata da Sofia Sartori e Nikol Zotti la frittata migliore della 51.ma edizione della Praznik frtaje di Rupa e Peci. La giuria – composta da Joško Feri, Rado Nanut e Stanislava Gravner – ha così premiato l’estro culinario delle due cuoche improvvisate attribuendo loro 49 punti su 60. A venir presi in considerazione non solo il gusto, ma anche la forma. Un compito non semplice, se si considera che hanno partecipato ben otto squadre, con altrettante frittate (più o meno riuscite) da giudicare.

Secondi classificati, per soli 4 punti, Erika Kosič e Mattia Barone; più distanziati, sul terzo gradino del podio con 36 punti, Eva Devinar, Kristel Kovic, Nina Bensa e Adrian Černic. La competizione gastronomica ha così inaugurato la sagra che si celebra ogni anno, in occasione della festa patronale di San Marco, nel piccolo borgo della Valle del Vipacco, oggi frazione di Savogna d’Isonzo.

La tradizione
Il sagrato della parrocchia è letteralmente delimitato dal confine di stato che segue il percorso di un’ansa dell’affluente dell’Isonzo. A ricordarne la presenza è un cartello, in lingua slovena, divelto e appoggiato alla recinzione esterna: «Pozor! Državna meja (Attenzione! Confine di stato)». Ma guardandosi intorno, quel confine è impossibile da scorgere: si scorgono solo campi, qualche casa, e, poco distante, il santuario della Madonna addolorata di Merna. Ed è proprio tra quei campi che, negli anni successivi alla Grande guerra, trae origine la tradizione al centro della festa patronale.

Lo ricorda Martina Gereon, esponente del Consiglio direttivo del Circolo culturale Rupa-Peč: «All’epoca la parrocchia di Rupa era unita a quella di Merna, nella cui chiesa dedicata a San Giorgio era collocato l’unico organo della zona. Ogni anno i parrocchiani di Merna attraversavano i campi trainando a piedi, su un carretto, il loro organo, per consentirci di celebrare adeguatamente il nostro santo patrono. E noi per ringraziarli, nella miseria di quei tempi, non potevamo offrire loro nient’altro che una frittata di uova, farcita con le erbe raccolte in zona, come la menta, l’erba cipollina, la melissa, prezzemolo e altro. Nella sua semplicità era un momento conviviale importante che rafforzava il legame tra le nostre comunità».

Da quel gesto di solidarietà fraterna, quindi, la frittata è diventata il simbolo di una festa che continua a rinnovarsi, nonostante il confine. Un confine imposto dalla Storia nel 1947 e cristallizzato dagli accordi di Osimo, che ha prodotto un risultato surreale: non solo ha diviso la parrocchia di Merna, ma ha anche tagliato in due il suo cimitero, con defunti che ancora oggi riposano con la testa in Slovenia e il resto del corpo in Italia.

Le giornate e i prossimi appuntamenti
Nonostante tutto, la festa continua a sopravvivere nello spirito, richiamando solitamente – nel corso di tre giornate – centinaia di persone e famiglie da ambo i lati del confine. I chioschi riapriranno alle 19 di domani – con le musiche di dj Boškin dalle 22 in poi – e domenica dalle 15.30. Sempre domenica, inoltre, alle 16.30 si esibiranno dei cori a voci bianche a cui seguirà lo spettacolo di cabaret dei Kababaretke e il ballo con il gruppo Nebojsega.

La gara di ieri, invece, è stata preceduta dal confronto legato a un’altra competizione, di natura ben diversa. Per l’occasione, infatti, sono stati presentati i candidati sindaco alle elezioni amministrative di Savogna d’Isonzo Kristian Tommasi, appoggiato dalla Slovenska skupnost, e Luca Pisk, sindaco uscente della lista civica Občinska enotnost-Unità cittadina.

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