La zona economica transfrontaliera unisce Gorizia e Nova Gorica per rilanciare la regione

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La zona economica transfrontaliera unisce Gorizia e Nova Gorica per rilanciare la regione

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 24 Feb 2021
Copertina per La zona economica transfrontaliera unisce Gorizia e Nova Gorica per rilanciare la regione

Una delegazione ha incontrato il sindaco Miklavič per discutere del progetto. L'obiettivo è diventare simbolo in Europa.

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Unire i territori non solo culturalmente, nella visione del 2025, ma anche economicamente. È stato questo lo spirito della visita di questo pomeriggio in municipio a Nova Gorica di una delegazione di Gorizia, composta dal vicesindaco Stefano Ceretta, il consigliere della Lega Andea Tomasella e il presidente della V commissione regionale, Diego Bernardis. I tre hanno incontrato il sindaco Klemen Miklavič, insieme ad alcuni tecnici comunali (nella foto), per fare il punto sulla situazione e discutere sul progetto della zona economica transfrontaliera e il nuovo parco tecnologico cittadino. Due temi centrali nell’agenda politica del primo cittadino sloveno.

“Dobbiamo unire le risorse - ha spiegato il padrone di casa - e noi abbiamo tre università, tre aziende di ricerca, piccole e medie imprese molto importanti. Tutti questi possono diventare fenomeni economici importanti a livello europeo, il futuro è verde e noi puntiamo su questo”. Per fare questo, l’obiettivo è incentivare lo sviluppo industriale in questo senso, anche dopo l’importante appuntamento tra quattro anni: “Ci aspettiamo effetti diretti economici diretti dalla Capitale della cultura ma anche ne lungo periodo. In questo modo potremo attrarre investimenti e fondi pubblici, anche da Bruxelles”. Un percorso che si interseca anche con la mobilità.

“È un discorso già avviato da tempo - sottolinea Miklavič -, abbiamo l’autobus urbano e le piste ciclabili. A breve apriremo anche il ponte che collegherà le reti dei due paesi. Ci sarà poi lo sviluppo urbanistico su una fascia del confine fino ad oggi vuota, porteremo dei centri comuni di ricerca per due realtà che sono diverse: una ha compiuto da poco 70 anni di storia, l’altra ne ha più di mille”. Ottimismo condiviso dai partner italiani: “Personalmente - ha commentato Bernardis - chiederò al presidente della Regione Fedriga di supportare con noi questa nostra proposta di sviluppo”. L’idea è già stata presentata al primo ministro Janša e presidente della repubblica Pahor.

“Oltre alla Capitale europea della cultura 2025 – continua il consigliere regionale - o la candidatura della Brda/Collio/Cuei a patrimonio mondiale Unesco e la zona logistica semplificata per le aree portuali e logistiche, il territorio goriziano necessita di una zona economica speciale transfrontaliera per armonizzare le difficoltà economiche e sociali dovute al confine nelle zone attualmente più svantaggiate”. Gli fa eco il collega di partito e numero due della giunta goriziana, Ceretta: “Si delinea un futuro insieme, siamo in grande sofferenza finanziaria e questa può essere una grande opportunità. Il 2025 sarà un punto di partenza, che inizia già oggi”.

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