Richiedente asilo colpito dalla febbre del topo, ricoverato a Gorizia un 33enne

Richiedente asilo colpito dalla febbre del topo, ricoverato a Gorizia un 33enne

gli accertamenti

Richiedente asilo colpito dalla febbre del topo, ricoverato a Gorizia un 33enne

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 09 Lug 2021
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Sono tre i casi attualmente monitorati da Asugi. Un richiedente asilo è stato ricoverato in Pronto soccorso, è sotto osservazione.

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Sono tre i casi monitorati dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina (Asugi) di hantavirus o quantomeno legati ad esso. La “febbre del topo”, dopo aver visto un’impennata di contagi nell’area di Nova Gorica, si è diffusa a macchia d’olio anche nei territorio circostanti, facendo registrare alcuni contagi anche in Friuli Venezia Giulia. Tra questi, c’è quello di un ragazzo di 33 anni originario del Pakistan, arrivato a Trieste dalla rotta balcanica a inizio giugno e accolto al Cara di Gradisca d’Isonzo.

Risultato negativo al tampone per il Covid-19, ha comunque rispettato la prassi della quarantena nel centro ed eseguito un secondo testa alla fine, con il medesimo risultato. Le origini del contagio con l’altro virus non sono invece certe ma probabilmente sono legate al suo percorso tra Serbia, Bosnia, Croazia e Slovenia prima di arrivare in Italia. A fine mese, ha svolto un tampone antigenico rapido e un ulteriore molecolare a seguito di un picco febbrile, con le condizioni che sono velocemente peggiorate, tanto da richiedere il ricovero.

Il 30 giugno, infatti, è stato necessario trasportare il ragazzo in Pronto soccorso per febbre e dolori addominali, con conseguente ricovero in Chirurgia generale a Gorizia. La scorsa settimana, gli è stato fatto un prelievo per capire capire se il male fosse legato all’hantavirus, sia su sangue (debolmente positivo) che su urine (negativo). Cinque giorni fa, il risultato emerso dalla visita nefrologica è di "insufficienza renale acuta verosimilmente secondaria a nefrite interstiziale emorragica da hantavirus, in attesa di conferma sierologica. Funzione renale in miglioramento”.

Il secondo paziente monitorato è un 54enne residente in un piccolo paesino nei boschi della Slovenia, dove già sono stati diagnosticati 18 casi. Cittadino italiano e lavoratore in Italia, da lunedì è stato colpito da una sintomatologia febbrile. Dopo i test per il coronavirus, risultato assente, è stato preso in carico dal Dipartimento di prevenzione per accertamenti. Gli esami sono in esecuzione. A far pensare alla febbre è il fatto che, insieme alla persona con cui convive, costui aveva sgombrato dei topolini portati dai gatti. Il responso è atteso per i prossimi giorni.

Infine, c’è 56enne che ha partecipato ad una battuta di caccia in Slovenia, durata più notti. A causa della sintomatologia che faceva pensare al Covid, ha eseguito un tampone naso faringeo ma, anche in questo caso, è risultato negativo. Da lì è scattato l’interesse del Dipartimento di prevenzione per accertamenti. Gli esami sono in esecuzione. La situazione oltreconfine è attentamente monitorata, con 213 persone infettate dal primo gennaio al 10 giugno secondo l’Istituto di microbiologia della facoltà di Medicina di Lubiana. Di questi, 64 vengono dalla Goriška.

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