il messaggio
La lettera di Mattarella, «quella bella giornata a Gorizia-Nova Gorica»

La lettera del Quirinale al sindaco, ricordando la visita di ottobre con Borut Pahor.
"Caro sindaco, la ringrazio molto per la sua lettera e per le sue parole. Ricordando la bella e importante giornata a Gorizia-Nova Gorica, le invio un saluto di grande cordialità". Poche parole ma ben pesate quelle firmate da Sergio Mattarella in un biglietto indirizzato al sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna. Il presidente della Repubblica, dopo la rielezione a fine gennaio, ha voluto dedicare nuovamente un pensiero alla visita compiuta a ottobre in riva all'Isonzo, insieme all'omologo sloveno Borut Pahor.
Il Capo dello Stato aveva citato l'esempio delle due città anche in occasione del Giorno del ricordo, sottolineando le loro opportunità future e congiunte come segno per superare il passato. "La scelta di Gorizia e Nova Gorica - le sue parole -, che saranno congiuntamente Capitale della cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l’intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell’amicizia, della comprensione, del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti".
Già nel suo discorso in piazza della Transalpina, l'inquilino del Quirinale aveva rimarcato che “costruire una memoria condivisa vuol dire accettare le responsabilità, ripercorrere la storia affrontando con rispetto, con approccio rigoroso e scientifico le vicende dolorose patite dalle popolazioni di queste terre”. Da lì l'indicazione della Slovenia come esempio "di come sia possibile guardare insieme a un orizzonte condiviso, nella comune appartenenza alla famiglia europea” e tendendo la mano verso il resto dei Balcani occidentali.
"Gorizia e Nova Gorica saranno la vetrina dell’autentico spirito europeo - aggiunse Mattarella -, realizzando programmi e iniziative che potranno, tutte, giovarsi del pluralismo culturale che rappresenta una delle caratteristiche più attraenti di queste terre”. Guardando al resto della penisola, “il processo di integrazione continentale non sarà infatti completo fino a quando i paesi dei Balcani occidentali non potranno condividere tutti la nostra stessa prospettiva. Per storia, per cultura, per valori, essi sono parte costitutiva dell’Europa, che è culla del loro passato e orizzonte del loro futuro”.
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