«Gradisca ricordi che il Cpr è un lager», domani la manifestazione in piazza Unità

«Gradisca ricordi che il Cpr è un lager», domani la manifestazione in piazza Unità

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«Gradisca ricordi che il Cpr è un lager», domani la manifestazione in piazza Unità

Di Redazione • Pubblicato il 23 Apr 2021
Copertina per «Gradisca ricordi che il Cpr è un lager», domani la manifestazione in piazza Unità

Il collettivo denuncia la morte di due migranti dentro la struttura: «La verità sta subendo un processo di insabbiamento».

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Si terrà domani alle 15 il presidio dell’assemblea “No Cpr e no frontiere-Fvg” in piazza Unità d’Italia a Gradisca d’Isonzo. Una manifestazione che si volgerà in contemporanea a Milano, Roma, Torino, Catania, e Brindisi, promossa dalla rete "Mai più lager-No ai Cpr”. Oggetto della manifestazione è proprio il Centro - ex Cpt e Cie - che ha riaperto i battenti il 17 dicembre 2019. “Lì dentro è morto Vakhtang Enukidze, che era nato in Georgia e aveva 38 anni - denuncia il collettivo -. Le testimonianze dei suoi compagni di reclusione ci dicono che è stato colpito dalle botte di otto forze dell’ordine”. Ora, il focus è anche sulle condizioni imposte dalla pandemia.

“Nella primavera del 2020 - prosegue la nota -, il lockdown ha ridotto brutalmente la presenza solidale sotto le mura del Cpr di Gradisca: le voci delle persone rinchiuse, che per la prima volta avevano valicato il muro di cinta raccontando all’esterno la violenza dell’istituzione, per mesi non hanno avuto, lì sotto, nessun orecchio che le ascoltasse. Nel frattempo, le deportazioni si erano fermate, ma i Cpr non hanno mai chiuso: nemmeno il rischio di un collasso sanitario e di una strage di esseri umani intrappolati hanno potuto incrinarne l’esistenza”. La scorsa estate, il gruppo ha denunciato la scomparsa di Orgest Turia, morto per overdose di farmaci.

“La verità sulla sua morte, come su quelle di Vakhtang e dei morti delle carceri di marzo, sta subendo un processo di insabbiamento con molti responsabili. L’esistenza delle frontiere, la gestione razzista e classista dei passaporti e dei visti, nonché la militarizzazione dei confini europei di terra e di mare, rendono i viaggi migratori una scommessa di vita o di morte per migliaia di persone. Per chi approda in Europa, anche perché vive qua oramai da anni, si apre un altro viaggio tra minaccia dell’irregolarità, lavoro nero e razzismo sistemico”. Domani, quindi, si ricorderà che Gradisca “sta ospitando un lager e per far sapere a chi è dentro che qualcuno è loro solidale”.

“Quel posto non vada reso migliore ma raso al suolo” conclude la nota. Contrarietà alla manifestazione viene dalla Lega, con il consigliere regionale Diego Bernardis che ha affidato a una nota la sua posizione: ”Tali intimidazioni sono inaccettabili, mi aspetto pertanto una forte presa di posizione e di condanna da parte di tutte le istituzioni del territorio, a partire dal sindaco della città. Il nostro territorio non può essere una zona franca per antagonisti di sinistra, esprimo piena solidarietà alle forze dell'ordine e agli operatori della struttura che, in più di una occasione hanno tutelato l'incolumità e la sicurezza dei cittadini di Gradisca d'Isonzo e degli ospiti stessi".

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