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Gorizia baciata dal meteo apre Gusti di frontiera, «capitale delle culture»

Aperta l'edizione numero 18 nel Parco del municipio, dopo il maltempo di questa mattina. Fedriga: «Questa città è capitale d’incontro di culture».
Se è vero che il meteo non sarà clemente nelle prossime due giornate, quantomeno questo pomeriggio ha baciato l’apertura di Gusti di frontiera. La festa enogastronomica di Gorizia ha tagliato così ufficialmente il traguardo delle diciotto edizioni e, complice il cielo terso dopo la pioggia della mattinata, lo ha potuto fare nella cornice del Parco del municipio. L’area è una delle novità del programma 2023, accogliendo gli stand istituzionali e di Slow food, con un vero e proprio salotto del gusto al suo centro.
“Il prossimo anno - ha anticipato il sindaco, Rodolfo Ziberna, poco prima di salire sul palco per l’apertura - individueremo un nuovo borgo che esprimerà le eccellenze della nostra provincia”. Se questo è nelle liste delle cose da fare per il 2024, in questa edizione si guarda già anche all’appuntamento del 2025 e l’inaugurazione affidata alla musica della Goriški Pihalni Orkester n’è un segnale: “Quella che era una banda di Nova Gorica - ha quindi anticipato - si trasformerà in una transfrontaliera, grazie al Small project fund”.
Il riferimento è al progetto rientrato i vincitori del recente bando promosso dal Gect, insieme ad altri 26. Per quanto riguarda invece la kermesse del gusto, è stata una rappresentanza massiccia di autorità - in primis della Regione - quella che ha voluto presenziare al taglio del nastro. Quattro gli assessori da Sebastiano Callari a Cristina Amirante, passando per Pierpaolo Roberti e Sergio Emidio Bini, e lo stesso presidente della Regione, Massimiliano Fedriga: “Abbiamo deciso di puntare moltissimo sulla riconoscibilità del Friuli Venezia Giulia”.
Il vertice della giunta regionale ha quindi difeso quanto fatto per la promozione turistica, inclusa l’accordo di sponsorizzazione con l’Udinese, e ha accostato l’appuntamento goriziano alla Capitale europea della cultura: “Gusti rappresenta quello che è GO!20205, ossia Gorizia come capitale d’incontro di culture. Dove le diversità vengono valorizzate e non annullate”. C’è poi l’aspetto economico, evidenziato anche dall’assessore Bini: “Sono eventi che hanno multipli importanti, che vano dal 6 all’8%. Il beneficio è concreto”. Presenti anche il deputato Graziano Pizzimenti e la senatrice Francesca Tubetti.
"La città - ancora Bini - sta rispondendo positivamente dal punto di vista turistico in vista di Go!2025, con numeri in aumento rispetto all'estate 2022 in fatto di presenze sul territorio e l'arrivo di numerosi stranieri. Dati di rilievo, che testimoniano come il cammino verso il 2025 stia già dando i suoi frutti e portando benefici importanti al territorio. Vanno ora costruiti dei palinsesti di promozione mirati, volti a valorizzare le ricchezze storiche, architettoniche ed enogastronomiche che caratterizzano la nostra regione".
Visite guidate, storia e show cooking: gli eventi per Gusti a Gorizia
Tra le novità 2023, inoltre, c’è la prima tappa di “Tiare on the road” che ha portato in piazza Sant’Antonio na grande postazione unconventional ricca di sorprese. Si tratta di una cupola geodetica, alta più di quattro metri con un diametro di oltre 7 metri, dominerà la scena in piazza Cavour e stupirà il pubblico con effetti di luce e tecnologia. Al suo interno, da giovedì 21 a domenica 24 settembre, si alterneranno attività gratuite di animazione per bambini e intrattenimento per adulti. Per partecipare, basterà iscriversi alla community “Tiare On The Road”.
Per quanto riguarda i diversi stand, tutti oggi chiuderanno alle 2, mentre venerdì e sabato saranno aperti dalle 10 alle 2. Domenica dalle ore 10 a mezzanotte. Attivo anche il servizio gratuito di bus navetta che garantisce gratuitamente ai visitatori il trasporto verso il centro città, partendo dai comodi parcheggi limitrofi e gratuiti. Numerose le aperture gratuite di luoghi culturali e delle mostre in occasione della manifestazione, a partire dall’ingresso gratuito in Castello e del Museo del confine Lasciapassare, al valico del Rafut.
Foto Daniele TIbaldi
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