La festa dell'Europa a Gorizia, obiettivi più forti nel futuro delle due città

La festa dell'Europa a Gorizia, obiettivi più forti nel futuro delle due città

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La festa dell'Europa a Gorizia, obiettivi più forti nel futuro delle due città

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 21 Ott 2021
Copertina per La festa dell'Europa a Gorizia, obiettivi più forti nel futuro delle due città

Parole dei presidenti accolte con entusiasmo. Miklavič: «La storia si ricorderà di questa Capitale».

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Non si spegne l’emozione negli occhi di Borut Pahor. Nemmeno dopo che l’amico e collega Sergio Mattarella ha già lasciato piazza Transalpina, velocissimo, senza rilasciare alcuna dichiarazione alla stampa. Mentre la struttura allestita sul confine si svuota, il presidente della Repubblica di Slovenia racconta l’importanza della giornata appena conclusa: “È stata una bellissima occasione di fratellanza. Sono senza parole”. L’incontro sarà probabilmente anche l’ultimo per i due come capi di stato, vista l’imminente scadenza dei rispettivi mandati.

“Era anche un addio al presidente e amico - prosegue Pahor -, ha fatto tantissime cose per entrambi i paesi”. Lo stesso ha ricordato la tappa a Basovizza, vissuto mano nella mano. L’importanza della loro vicinanza è anche nelle parole del sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, con “una vicinanza importante. Oggi non è solo una festa della città, ma dell’Europa. Lo spirito della nostra Capitale europea della cultura è questo, abbiamo il ‘peso’ della testimonianza. Tutti insieme stiamo scrivendo un pezzettino di storia, non solo delle due città ma del continente”.

Per il governatore Massimiliano Fedriga, “essere cittadini del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia non significa solo avere una candidatura comune per la Capitale europea della cultura ma essere stati la prima regione a riconoscere lo stato sloveno, avere due città che si chiamano nello stesso modo, avere l'unica piazza europea divisa a metà e un candidatura Unesco del Brda-Collio. Significa anche avere due capi di stato che si stringono la mano davanti alla Foiba di Basovizza. Significa, infine, essere figli della stessa terra”, affrontando e superando la storia.

“Anche se oggi pioveva - le parole del sindaco di Nova Gorica, Klemen Miklavič - la gioia irradiava come il sole. Oggi siamo stati una vera e propria capitale. Questo è anche una speranza per il futuro. Ora c’è molto da fare, sia investimenti che il programma da compiere. La voglia c’è e sono sicuro che la storia ci ricorderà”. Buoni auspici condivisi dal presidente del Gect, Paolo Petiziol, che ha accompagnato i due presidenti sull’Isonzo a Salcano: “L’emozione è stata incredibile, promettendo un futuro diverso dal passato sapendo cosa ha significato questo fiume”.

Tanti gli esponenti della politica locale che hanno preso parte alla giornata, assistendo alla cerimonia conclusiva. Come esponente della minoranza slovena in Italia, la senatrice del Pd Tatjana Rojc ha sottolineato che “mentre altrove si esaltano nuovi nazionalismi, qui inauguriamo un nuovo modo di stare assieme, non a caso nel crisma dei valori universali della cultura”. Il presidente del consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, parla di “un'integrazione non solo culturale ma, anche e soprattutto, tra comunità e popoli capaci di trovare l'energia e la forza”.

“Mattarella e Pahor - aggiunge Igor Gabrovec (Ssk) - hanno dato il via alla doppia e unica Capitale europea della cultura 2025, dimostrando con il loro personale esempio che, con sincera amicizia e stima reciproca, il futuro è all'insegna di lunghi orizzonti e porte sempre aperte. Un percorso che la minoranza slovena in Italia e quella italiana in Slovenia hanno sempre sostenuto con passione e convinzione”. Intanto, a Trieste è stato approvato il ddl regionale che dispone le prime norme a sostegno del 2025. Astensione di gran parte dell’opposizione e il voto contrario di Open Sinistra Fvg.

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