L'arte e la diplomazia, il premio di Gorizia a chi ha riaperto il suo confine

L'arte e la diplomazia, il premio di Gorizia a chi ha riaperto il suo confine

la consegna

L'arte e la diplomazia, il premio di Gorizia a chi ha riaperto il suo confine

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 16 Mar 2024
Copertina per L'arte e la diplomazia, il premio di Gorizia a chi ha riaperto il suo confine

Questa mattina la consegna del Premio Ss. Ilario e Taziano a Maria Paola Pagnini, il ricordo di un ex studente: «Abbiamo imparato a vedere il mondo da qui». L'omaggio a Franco Dugo.

Condividi
Tempo di lettura

Palazzo De Bassa è tornato ad accogliere la cerimonia di consegna del Premio Ss. Ilario e Taziano, clou della festa dei patroni di Gorizia. Già annunciato nei giorni scorsi, il riconoscimento della città - anzi dei cittadini, come sottolineato dal sindaco Rodolfo Ziberna - è andato a Maria Paola Pagnini, ideatrice del corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche che nacque nel 1988 proprio in riva all'Isonzo. Una realtà accademica che ha anticipato i cambiamenti internazionali, a partire dalla caduta del Muro di Berlino.

Insieme alla professoressa, la comunità ha consegnato un riconoscimento anche all’artista Franco Dugo, classe 1942, che ha portato le sue opere e il nome di Gorizia in giro per il mondo. «Attraverso di me - sono le parole del premiato - penso si sia voluto riconoscere il ruolo che ha avuto l’arte nella nostra città». Ha quindi sottolineato quanto è stato determinante il «contributo degli artisti per ricucire il rapporto tra italiani e sloveni, distrutto dalla guerra», in un impegno che lo ha visto partecipe fino dagli anni Sessanta.

Ha rimarcato i primi contatti avviati oltre la Cortina di ferro, in particolare con la Galleria d’arte Pilon di Aidussina, legata alla figura del pittore Veno Pilon. Un mondo, quello delle arti, che ha iniziato a dialogare tra un lato e l’altro del confine ben prima dell’unificazione dell’Europa, al quale il riconoscimento attribuito vuole proprio dare merito. Una visione della realtà che andava oltre la staticità del presente, proprio come quella che ha caratterizzato Pagnini alla fine degli anni Ottanta, trovando però non pochi ostacoli.

Se sono diverse le figure ricordate anche oggi a cui si deve la nascita dell’università in via Alviano, molte di più si contrapposero a quell'ambizioso progetto. È stata proprio l’ex preside a raccontarlo, rendendo omaggio anche all’allora rettore dell’ateneo di Trieste, Paolo Fusaroli, la cui vedova era oggi presente in sala: «A Trieste tutti osteggiavano questo corso ma lui disse che lo voleva realizzare». Insieme a lui anche il sindaco Antonio Scarano, il presidente della Camera di commercio Enzo Bevilacqua e il presidente del Consorzio universitario, Michele Martina.

A tessere le lodi e raccontare la storia professionale e umana di Pagnini sono state due persone che hanno condiviso con lei molto tempo al Sid: l’ex studente Antonio Fortunato e Gianluigi Cecchini, dapprima suo assistente e poi docente di Diritto internazionale. «Siamo tutti goriziani - ha rilevato Fortunato, parlando di chi è passato per l’ex seminario - Abbiamo imparato a vedere il mondo da Gorizia». Cecchini ha quindi ricordato una donna «giusta ma non severa, aperta alle novità» e che ha saputo fronteggiare le invidie del mondo accademico.

L’Università di Trieste era rappresentata dal direttore del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Georg Meyr: «Quando è nato, Scienze internazionale e diplomatiche rappresentava un contributo alla pace». Ringraziando per l’affetto e gli elogi ricevuti, la docente ha guardato anche al tema dell’incontro tra culture diverse: «Come si fa a uniformarle e mescolarle? Ognuno mantenga la sua e che venga rispettata». Un realismo che si riflette anche nel suo genere letterario preferito, i gialli, dove non è tutto rose e fiori ma esistono anche gli assassini.

Presentando la premiazione, il direttore di Voce Isontina Mauro Ungaro ha quindi proposto a Ziberna di dedicare angoli e viali della prossima rinnovata Valletta del Corno ai vincitori del Premio Patroni. Un’idea accolta dal primo cittadino, rilevando che questo riconoscimento deve rappresentare uno stimolo verso gli altri goriziani. A nome della Regione, il consigliere regionale Antonio Calligaris ha quindi rimarcato il fatto di aver «dato un premio a una persona che ha immaginato una nuova missione per la città e c’è riuscita».

Foto Sergio Marini

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram e Whatsapp, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione

×