Siglato l'accordo per il Biotopo Schiavetti: obiettivo salvaguardare le risorgive

Siglato l'accordo per il Biotopo Schiavetti: obiettivo salvaguardare le risorgive

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Siglato l'accordo per il Biotopo Schiavetti: obiettivo salvaguardare le risorgive

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 24 Giu 2022
Copertina per Siglato l'accordo per il Biotopo Schiavetti: obiettivo salvaguardare le risorgive

Il comune di Monfalcone ha sottoscritto con le associazioni ambientaliste, il consorzio di bonifica, i pescatori e i cacciatori un documento per il futuro dell'area.

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Anche se il capofila del progetto è la Regione Veneto, il comune di Monfalcone, unico partner locale di Eco Smart, ha ricevuto circa 150mila euro per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico contenuto nel biotopo delle risorgive Schiavetti. Proprio per lavorare al meglio e con associazioni e realtà del territorio, l’amministrazione ha sottoscritto oggi un accordo con il Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia, la Cooperativa Pescatori, la Riserva di Caccia, Legambiente Monfalcone e l’associazione ambientalista Eugenio Rosmann.

Una prima azione, visibile, sarà quella di installare un cartellone scientifico sulla strada tra Marina Julia e Marina Nova per consentire a turisti e locali di comprendere meglio la ricchezza contenuta nel biotopo e, soprattutto, l’importanza di mantenerlo sano e inalterato. Quindi si potranno proseguire le numerose opportunità di analisi e divulgazione. Proprio il fatto che il progetto è inserito in un Interreg Italia-Slovenia dà l’idea dell’importanza del luogo.

La partnership con le associazioni e le varie realtà è fondamentale”, ha rilevato il sindaco, Anna Maria Cisint mentre il presidente di Legambiente Monfalcone, Michele Tonzar, ha ricordato come sia fondamentale “mantenere alta l’attenzione su una tematica importante come la salvaguardia di Schiavetti che, per un periodo di tempo, ha rischiato di divenire zona industriale”. Tonzar ha ricordato gli anni della cementificazione quasi incontrollata: il biotopo, di fatto, rischiava di diventare l’ennesima cattedrale industriale grigia. “Bisogna evitare di far infrastrutturare e far intervenire in maniera violenta”, ha concluso Tonzar.

Alfredo Boscarol, direttore della Riserva di Caccia, ha voluto ricordare come “in aree protette bisogna difendere la caccia come attività sostenibile”. Fondamentale, secondo il presidente della cooperativa pescatori, Michele Doz, l’apporto della riserva di caccia in quanto “di tutto il pesce del golfo, i pescatori raccolgono il 5% circa. Il 30% è cacciato dai volatili che iniziano a rappresentare un problema non da poco”. Doz ha proposto, poi, la creazione di “zone buffer” anche per coordinare le attività di salvaguardia del biotopo con la pesca: “Un percorso moderato e controllato come per la caccia”, ha concluso Doz. Dal canto suo, Daniele Luis, direttore del Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia, ha ricordato la “conoscenza quasi secolare della zona da parte del consorzio, anche perché la bonifica, lì era stata tentata ma non riuscita. La natura, insomma, è stata più forte e si è mantenuta. Questo accordo ci aiuterà a migliorarne la conoscenza”.

Nello specifico, l'accordo prevede la creazione di un Gruppo di lavoro per "l'elaborazione di proposte inerenti il contesto ambientale e le azioni innovative al fine di ottimizzare le iniziative e consguire gli obiettivi del progetto" ma anche "la definizione di Pagamenti per Servizi Ecosistemici a sostegno della promozione e tutela dei contesti ambientali", visto il reale rischio che sussite tutt'oggi e che pesa sul futuro del biotopo. 

Vale la pena ricordare come, fino agli anni Cinquanta del Novecento, nella zona della bassa pianura si estendeva una larga area di risorgive, sorgenti di acqua nitida e fresca che sgorgano dal terreno lungo la fascia detta “linea delle risorgive” che attraversa l’intera pianura padano-veneta. Tutt’attorno terreni paludosi, zone torbose, prati umidi ed asciutti e boschetti planiziali. Questo territorio, così composto, ricopriva una superficie che è andata quasi scomparendo con le opere di bonifica ma alcuni lembi di questo paesaggio sono sopravvissuti, come quello in località Schiavetti, considerata l’area umida di origine sorgentizia collocata nel punto più settentrionale del bacino del Mediterraneo. Quest’area è caratterizzata dalla coesistenza di diversi habitat, come prati umidi e torbosi, siepi, boschetti, canneti e olle, paesaggio del Biotopo Naturale Regionale Risorgive di Schiavetti, area naturale protetta, riconosciuta dalla Regione nel 2001, e compresa tra i comuni di Monfalcone e Staranzano. Questa è un’area che vanta una ricchezza sia floristica che faunistica di importanza europea: si contano circa 480 specie vegetali, alcune rare e in pericolo di estinzione, come il Gladiolo Palustre (Gladiolus palustris) e l’Eufrasia di Marchesetti (Euphrasia marchesettii). Per quel che riguarda la fauna, varia a seconda dell’habitat: nei canneti e tra gli arbusteti si possono incontrare alcune specie di uccelli palustri, rapaci e mammiferi.

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