Scontro su corso Italia, polemica a Gorizia su chi deve decidere sul senso unico

Scontro su corso Italia, polemica a Gorizia su chi deve decidere sul senso unico

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Scontro su corso Italia, polemica a Gorizia su chi deve decidere sul senso unico

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 14 Mag 2021
Copertina per Scontro su corso Italia, polemica a Gorizia su chi deve decidere sul senso unico

Tornano all'attacco i promotori della raccolta firme contro l'opera: «Ci sentiamo presi in giro». Martedì la discussione in Aula.

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Dopo la riunione della commissione incaricata, non cessa la polemica sul senso unico in corso Italia a Gorizia. Anzi, i promotori della petizione tornano alla carica, soprattutto alla luce delle parole del presidente dell’organo, Sergio Cosma, il quale ha evidenziato in assemblea che quella non era “l’organo competente” per risolvere definitivamente la disputa. Né, tantomeno, per dare risposta alla raccolta firme che ha ottenuto oltre duemila adesioni. Per questo, a poche ore dall’incontro in videoconferenza Giulia Roldo, Luca Michelutti e Rossella Dosso hanno riscritto al sindaco Rodolfo Ziberna, chiedendo chiarimenti e manifestando la propria contrarietà. “Ci sentiamo presi in giro” tuona Michelutti, presente martedì con Gorizia 3.0.

“Già tempo fa - sottolinea Michelutti - avevamo fatto presente al sindaco che il tempo per rispondere alla nostra petizione stringe e lui ci ha detto che si sarebbe stata questa commissione. Una volta lì, però, il presidente ha detto chiaro e tondo che quella non centrava nulla con la nostra iniziativa”. Da lì, è partita una nuova missiva, evidenziando che il primo cittadino “ci deve rispondere entro 90 giorni dal deposito della documentazione, o almeno convocarci dimostrando un minimo d’interesse nei confronti dell’opinione di duemila persone. Che non sono opinioni da osteria, come ha detto Cosma, ma di chi ha dato nome, cognome, carta d’identità e firmando”. La scadenza per questo sarà ai primi di giugno. “Ora ci viene detto che è la giunta l’organo competente”.

Secondo i promotori, il nocciolo del problema non è tanto una questione tecnica, quanto politica: “Ziberna si è detto agnostico sul tema, ma è stato lui a creare questo problema. E ora dice che sono i cittadini goriziani a doverlo risolvere. Noi esprimiamo la volontà della gente di tornare subito al doppio senso e, soprattutto, fare un piano del traffico. Solo dopo questo, si potranno fare i ragionamenti tecnici relativi”. Il giovane ricorda le origini dell’arteria, che fin dall’Ottocento si ispirava ai boulevard, “oggi invece è diventato ‘parcheggio Italia’”. Sulla possibilità di togliere una fila di posteggi, però, rinvia la questione agli uffici comunali: “È una cosa che non riguarda noi e le altre associazione, ci sono i funzionari responsabili per questi aspetti. Ora non c’è alcun ordine”.

Come già ribadito in videoconferenza, Michelutti puntualizza che solo dalla loro parte c’è stata una raccolta firme: “Non ho visto iniziative simili a favore dell’opera e, anche tra chi non ha espresso un parare negativo come il nostro, sono emerse delle criticità. Stanno lavorando creando confusione, prima ci rispondono in un modo e dopo in un altro. Non è professionale. Noi non siamo permalosi, ma questo è un modo ridicolo per sminuire il valore della petizione”. Ora, il tema sarà nuovamente al centro della discussione politica, con l’ordine del giorno di Francesco Piscono (Aiutiamo Gorizia) che è stato ricalendarizzato e chiede una rivalutazione complessiva del tutto. Come da lui stesso dichiarato, il suo testo si ispira in gran parte a quello della raccolta firme, e su di esso si confronterà nuovamente l’Aula.

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