Parco fotovoltaico nell'ex cava di Mariano, timori sul progetto

Parco fotovoltaico nell'ex cava di Mariano, timori sul progetto

le preoccupazioni

Parco fotovoltaico nell'ex cava di Mariano, timori sul progetto

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 10 Dic 2021
Copertina per Parco fotovoltaico nell'ex cava di Mariano, timori sul progetto

Posizione contraria di Legambiente per tutelare l'habitat, il sindaco: «Siamo con le spalle al muro».

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Un nuovo parco fotovoltaico potrebbe presto sorgere a Mariano del Friuli. All’inizio del prossimo anno è prevista la riunione della conferenza dei servizi, su cui la Regione deciderà sulla richiesta dell’azienda di installare un impianto della potenza di 5,9 Megawatt nell’area da 3,5 ettari, al confine con il territorio comunale di Gradisca d’Isonzo. Una situazione che ha provocato la reazione allarmata di Legambiente Gorizia, dopo che il progetto ha passato favorevolmente, ma con prescrizioni, la verifica di assoggettabilità a Via nel settembre 2020.

“Alcuni cittadini- spiega l’associazione in una nota - ci hanno contattato perché preoccupati per la possibile realizzazione di un parco fotovoltaico nel territorio comunale”. A preoccupare è il fatto che l’area interessata “è estremamente interessante dal punto di vista paesaggistico e naturale. Sono state osservate ben 78 specie di uccelli, molte delle quali piuttosto esigenti nella scelta dell’habitat, tra le quali: la quaglia, il falco pecchiaiolo, il lodolaio, l’albanella reale, l’albanella minore, il falco cuculo, la tortora selvatica, il torcicollo”.

E ancora: la cappellaccia, l’allodola, la passera scopaiola, il saltimpalo, il beccafico, la sterpazzola, il luì verde, l’averla piccola e lo strillozzo. “È evidente - rimarca il circolo - che l’impianto avrà un impatto notevole sul prato polifita e sulla comunità ornitica del sito, in quanto diverse specie tipiche degli ambienti ecotonali di pianura abbandoneranno l’area quando l’impianto sarà realizzato. A differenza di quanto dichiara il servizio Via nel decreto finale, l’area in questione è composta da un mosaico di habitat diversi”, come le cave abbandonate.

Qui sono inoltre presenti prati stabili, boschetti, frutteti, vigneti, zone industriali occupate e abbandonate. “Il cuore di questa area così diversificata è proprio il prato stabile dove si vuole realizzare il parco fotovoltaico” aggiunge Legambiente. Dal canto suo, il sindaco Luca Sartori rileva che questa “non è un’area agricola ma di recupero ambientale. In base alla legge, il Comune non può opporsi al progetto della società, che ha già avviato l’iter. Ora ci chiede di sottoscrivere la convenzione, se ci rifiutassimo sarebbe solo per prendere tempo”.

In sede di giustizia amministrativa, rimarca il primo cittadino, la ragione andrebbe ai proponenti se ottenessero il via libera. “Siamo con le spalle al muro. La zona è abbastanza degradata, è un’ex cava con terra e rocce da scavo. Alla prima richiesta abbiamo detto che il progetto non è compatibile con le nostre norme del Piano regolatore”. Legambiente conclude che - seppur a favore delle rinnovabili - la priorità a interventi di questo tipo andrebbe data “in aree cementificate dismesse e capannoni, coperture dei capannoni e così via”.

Nella foto: l'area interessata dal progetto

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