Lettere - Io, noi, loro: la protezione della salute e la sicurezza sui posti di lavoro

Io, noi, loro: protezione della salute e la sicurezza sui posti di lavoro

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Io, noi, loro: protezione della salute e la sicurezza sui posti di lavoro

Di Luigino Francovig • Pubblicato il 19 Mar 2023
Copertina per Io, noi, loro: protezione della salute e la sicurezza sui posti di lavoro

Ci scrive Luigino Francovig, richiamando l’attenzione dei candidati in Regione su salute e sicurezza sul lavoro.

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Ci scrive Luigino Francovig che in questa lettera richiama l’attenzione dei candidati al consiglio regionale sui temi del diritto alla salute e alla sicurezza sui posti di lavoro. Partendo dal contesto del cantiere navale, l’autore discorre sulla necessità del riconoscimento della dignità umana e delle capacità di tutti i lavoratori.

Francovig mette al centro della sua riflessione “il senso della comune responsabilità” – che definisce: il Noi e il Loro - e richiama ben 3 risoluzioni approvate dal Parlamento Europeo su queste tematiche. Da questi documenti, Francovig ricava una serie di proposte che intende far arrivare a tutti i candidati alle regionali guardando al domani e chiedendo di affrontare la questione sociale in maniera preventiva.

Farsene carico, implicherà delle responsabilità di alto livello che dovranno saper mettere in comunicazione competenze territoriali ed europee. SF


Nelle scorse settimane, a Monfalcone abbiamo assistito la consegna dell’ultima nave passeggeri – la Sun Princess - un concentrato di bellezza, di tecnologia, di lusso e di offerte uniche. Intere pagine e servizi della stampa locale sono stati dedicati a tutto questo, anche richiami da parte di quella nazionale, presentazione a New York con tre mila selezionati, migliaia di messaggi lanciati ma nessuna parola, nemmeno a livello locale, su chi ha progettato e costruito il prodotto.

Le persone e il lavoro manuale, le professionalità, le conoscenze, le esperienze, le passioni, il lavoro fatto a regola d’arte, il lavoro di squadra, il riconoscimento del merito giusto, il lavoro pesante, pericoloso e nocivo - non citati. Ma questi sono artisti che esistono, sono gli artefici del prodotto. Della nave ci siamo dimenticati in pochi giorni, a dimostrazione che questa opera è di passaggio, senza dire però che sono i lavoratori la continuità, il valore che resta. Fintanto che a questi lavoratori, artisti non verrà riconosciuto il merito in modo giusto e non verrà garantita loro la protezione della salute e della sicurezza, la città non brillerà di luce propria, calda e continua. Questa è una questione culturale.

Il 2 e 3 aprile prossimi, i cittadini sono chiamati al voto per il rinnovo del Consiglio regionale. Le prime indicazioni di come sarà la campagna elettorale sono preoccupanti. I cartelli sono invasi di tanti “io” che indicano l’appartenenza e allo stesso tempo differenza e diffidenza dell’altro, come per un tifo calcistico. Il “noi” e il “loro” non sono mai citati, anzi, considerati come ostacoli da rimuovere.

Viene chiesta agli elettori una sorta di delega in bianco mentre diversi sono i temi che in qualche modo si intrecciano e che da una decina di anni stanno attraversando tutte le attività produttive, tutte le società, di tutti i paesi europei, che hanno un potere di cambiamento radicale, ma che oggi non sappiamo come e dove ci condurranno. Sarò un percorso che durerà molti anni. Il futuro e il ruolo della nostra regione dipendono anche da noi: parteciperemo come attori o come comparse? Per dare un contributo, mi rivolgo ai candidati, sottolineando un tema.

Provo a fare il punto, partire dalle esigenze dei lavoratori e tenendo le decisioni del Parlamento europeo come cornice di tutto questo. La risoluzione del Parlamento Europeo del 17 dicembre 2020 per "un’Europa sociale forte per transazioni giuste”. Essa esorta gli Stati membri ad impegnarsi per l’eliminazione dei decessi correlati al lavoro e a ridurre le malattie professionali. La protezione della salute e della sicurezza deve essere la spina dorsale della transizione e del futuro sviluppo.

Pochi mesi dopo, il 28 giugno 2021, la Commissione europea, competente in materia, ha presentato il “Quadro Strategico dell’ Unione Europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro in un mondo del lavoro in evoluzione”. L’ obbiettivo: un 2030 a “Zero vittime” sul lavoro e la riduzione al minimo delle malattie professionali, con il rafforzamento della cultura della prevenzione.

Ancora, nell’ottobre 2021, è stata approvata la “Risoluzione del Parlamento Europeo sulla protezione dei lavoratori dall’amianto”. Su questa, sottolineo due punti. La prima è l’importazione in Europa di manufatti e semilavorati da paesi in cui non è proibito l’amianto. La seconda: l’esposizione di centinaia di migliaia di lavoratori durante le lavorazioni di ristrutturazioni di edifici per il miglioramento energetico. Lavori fatti con i soldi pubblici dove non viene richiesto il certificato di verifica della presenza di amianto nell’edificio.

Ecco allora alcune azioni – dal mio punto di vista fattibili e di competenza regionale - che rivolgo e propongo ai candidati al nostro Consiglio regionale: far intervenire il Parlamento europeo per rivedere la norma sulle sostanze cancerogene del 2018, sulla silice cristallina; chiedere all’Inail, che ha un utile di 27 miliardi, dei finanziamenti su progetti di prevenzione per i lavoratori esposti alle fibre artificiali vetrose; promuovere un “centro di ricerca” per verificare la qualità dei materiali e la loro sicurezza per la salute dei lavoratori; introdurre il “tesserino individuale”, un registro, una raccolta dei tempi, del tipo di esposizione e del tipo di materiale lavorato. Questo in considerazione della velocità di evoluzione dei materiali anche perché il 25% dei materiali utilizzati oggi non esisteva 5 anni fa; costituire un “osservatorio permanente” su ambiente e salute nei posti di lavoro; favorire la redazione di un certificato di verifica sull’ eventuale presenza di amianto negli edifici in cui vengano svolte operazioni di ristrutturazione energetica;

La Regione inoltre, si faccia promotrice del “principio di precauzione” sancito dalla quinta sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n.2495 del 2015. Esso dice questo: “Ogni qualvolta non sono conosciuti con certezza i rischi indotti da un’attività potenzialmente pericolosa, l’azione dei pubblici poteri deve tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali.

A complemento, va applicato il principio di precauzione e principio di prevenzione in materia ambientale che comporta l’obbligo per le autorità amministrative competenti di stabilire una tutela anticipata rispetto alla fase di applicazioni delle migliori tecniche proprie del principio di prevenzione. Tale anticipazione è del pari legittima in relazione ad una attività potenzialmente pericolosa, idonea a determinare rischi che non sono oggetto di conoscenza certa, compresa l’ipotesi di danni che siano poco conosciuti o solo potenziali.

Sicché, rispetto ad una situazione di tal genere, il principio di precauzione, impone che le Autorità amministrativa interessata ponga in essere un’azione di prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche”. Questi sono solo alcuni punti di una tematica che coinvolge centinaia di lavoratori, interi territori e vanno affrontati come una questione sociale preventiva di massima importanza.

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