LA COOPERAZIONE
Il Governo ungherese a Doberdò gestirà la Cappella di Visintini: il memorandum siglato col Comune
All’evento in sala consiliare i viceministri di Difesa e Affari Esteri Vargha e Levente e il ministro Luca Ciriani. Il sindaco Ferfoglia, «impegno condiviso per fare del Carso un laboratorio di pace e vera umanità».
Un lungo corteo di automobili, veicoli della pubblica amministrazione e forze dell’ordine si è fatto notare nella brumosa quiete novembrina di Doberdò del Lago, oggi venerdì 14 novembre. Poco dopo le ore 14, i mezzi si sono diretti all’incrocio tra via Osimo e via Giardino: qui, sono scese le delegazioni di due ministeri del Governo e del Consolato Generale della Repubblica di Ungheria e il ministro per i rapporti con il Parlamento del Governo italiano Luca Ciriani. Accompagnati dalla rappresentanza comunale di Doberdò, si sono recati con un omaggio dinanzi al Monumento ai soldati sloveni caduti sul fronte dell’Isonzo durante la Prima Guerra Mondiale.
Un momento commemorativo solenne, con la deposizione della corona e le note dei militari, che ha fatto da preludio all’atteso evento del pomeriggio: la firma di accordo e memorandum con le autorità del Parlamento di Budapest per la gestione della Cappella Ungherese in località Visintini. Un’intesa raggiunta dall’amministrazione comunale di Doberdò dopo mesi di trattative con il Consolato Generale della Repubblica d’Ungheria e con il Ministero della Difesa ungherese, che porta ad affidare per nove anni ai due enti la preservazione, la manutenzione ordinaria e lo sviluppo in chiave di fruizione turistica del sito storico.
Nella sala consiliare del municipio di Doberdò, l’accordo è stato siglato dal sindaco Peter Ferfoglia con il viceministro ungherese alla Difesa Tamás Vargha e il viceministro agli Affari Esteri e al Commercio Levente Magyar. A scandire il momento, anche la presenza del ministro Ciriani, con il quale i due politici ungheresi hanno tenuto – a porte chiuse – un incontro bilaterale poco prima della firma. Presente anche il Console Generale di Ungheria a Milano Jenő Csiszár.
Gremita la piccola sala municipale, tra forze dell’ordine e militari di Italia e Ungheria, sindaci del Mandamento, alcune autorità religiose e altri soggetti coinvolti nell’intesa. Ad aprire il momento è stato il sindaco Ferfoglia, con un toccante discorso di saluto bilingue «per rispetto verso la maggioranza linguistica e verso i caduti sloveni a cui il riconoscimento di prima è stato dedicato». «Oggi compiamo un gesto che ha a che fare con memoria, cura e futuro – le parole del primo cittadino – qui, a Doberdò, il paesaggio ruvido e aspro del Carso sembra ancora portare i segni del dolore e della guerra in cui hanno combattuto uno a fianco all’altro e sono caduti giovani soldati austriaci, sloveni, ungheresi e italiani. Il Carso li ha visti morire e oggi li ricorda tutti senza divisioni e bandiere».
Sentiti i ringraziamenti di Ferfoglia a Consolato e Governo ungherese per la «volontà di prendersi cura» della Cappella di Visintini e al Governo italiano «per essersi fatto portatore di questo dialogo». Dal probabile «primo gesto di umanità della cultura occidentale», raccontato in un episodio dell’Iliade, ha preso le mosse l’intervento di Ciriani: il ministro ha rievocato gli «anni terribili su questa parte di confine italiano dove l’unità nazionale si è compiuta a un prezzo altissimo» e sottolineato il «valore del gesto odierno di pace, amicizia e riconciliazione». «Oggi il mondo è cambiato in positivo per questo confine – ha concluso Ciriani - ma la pace è precaria e fragile e bisogna ancor oggi impegnarsi a difenderla».
La storia e la costruzione del sito commemorativo di Visintini –eretto nei mesi estivi del 1918 dai soldati dei reggimenti ungheresi Honved - sono state ricordate dal viceministro alla Difesa di Ungheria Vargha. «Una casa per i caduti ungheresi diventata oggi simbolo di pace europea – queste le parole del viceministro – per questo è importante proteggerla e conservarla per le prossime generazioni: questo accordo esprime la solidarietà tra Paesi, un passo per dire no ai conflitti».
Enfasi sul «valore spirituale e storico» della Cappella e sulle ferite lasciate dalla Grande Guerra nel Carso anche da parte del viceministro agli Affari Esteri Levente Magyar: «Vogliamo che il ricordo formi un’immagine di futuro centrata su pace e fratellanza. Ringraziamo il Governo italiano per la collaborazione; stiamo portando avanti investimenti importanti, anche turistici, improntati sulla memoria condivisa».
Dopo la sigla di accordi e memorandum, l’incontro ha visto il conferimento di due importanti riconoscimenti da parte del governo di Ungheria a due personalità del territorio distintesi per l’impegno nella ricerca, nella valorizzazione e nella tutela della storia e dei luoghi della memoria militare. Insigniti con una croce d’oro al merito della Repubblica Ungherese sono stati Gianfranco Simonit, presidente del Gruppo Speleologico Carsico di San Martino del Carso, e Marino Visintin, per il lavoro di collaborazione con ricercatori e studiosi ungheresi della Grande Guerra portato avanti attraverso la Fondazione Roberto Visintin.
Infine, le delegazioni hanno lasciato il municipio di Doberdò per recarsi proprio alla Cappella Ungherese a Visintini. Qui, dopo i rispettivi inni dei Paesi, una Santa Messa ha concluso la cerimonia; ad officiarla, fra le varie autorità religiose, anche il vescovo dell’Ordinariato Militare di Ungheria Tibor Berta.
In mattinata, i politici ungheresi e il sindaco di Doberdò sono stati ricevuti a Trieste dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga. Proprio quest’ultimo dichiara che l’incontro si è concentrato anche sul «portare avanti assieme iniziative che coinvolgono settori strategici come la portualità e la logistica che potranno essere potenziati all'interno del Corridoio Indo Mediterraneo (Imec)». Per quanto riguarda la Cappella di Visintini, sembrerebbe esserci l’intenzione da parte delle autorità ungheresi di intraprendere investimenti economici nell’area attorno al sito, con il desiderio di gettare le basi per un futuro progetto museale.
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