Gorizia e Nova Gorica modello in Europa, Mattarella guarda ai Balcani

Gorizia e Nova Gorica modello in Europa, Mattarella guarda ai Balcani

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Gorizia e Nova Gorica modello in Europa, Mattarella guarda ai Balcani

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 21 Ott 2021
Copertina per Gorizia e Nova Gorica modello in Europa, Mattarella guarda ai Balcani

Il presidente rinnova l'appello a integrare la penisola nell'Ue. Lo sguardo alle memorie e alla storia collettiva.

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Quasi sicuramente, quello pronunciato questo pomeriggio sarà il suo ultimo discorso a Gorizia. Il mandato di Sergio Mattarella come presidente della Repubblica terminerà nel 2022, così come quello dell’omologo sloveno Borut Pahor, e lui stesso ha fatto capire di non volere il bis. In ogni caso, le sue parole in piazza Transalpina hanno delineato un percorso con degli obiettivi chiari, tra i quali figurano anche l’appuntamento della Capitale europea della cultura 2025. La visita dei due leader era proprio per celebrare quel traguardo, spingendosi anche oltre.

L’inquilino del Quirinale guarda al futuro, evidenziando il cammino già segnato del percorso fatto “in questi anni, senza esitazioni, per giungere a un definitivo superamento delle incomprensioni del passato e per costruire insieme un futuro di ancor più intensa e feconda collaborazione”. Secondo il capo dello stato, “costruire una memoria condivisa vuol dire accettare le responsabilità, ripercorrere la storia affrontando con rispetto, con approccio rigoroso e scientifico le vicende dolorose patite dalle popolazioni di queste terre”. Tema già ripreso l’anno scorso a Basovizza.

“È la storia delle aree di confine in Europa a parlarci di drammi e tribolazioni indicibili - ha aggiunto - che hanno spesso caratterizzato il Novecento e al cui superamento ha saputo contribuire, nel secondo dopoguerra, il coraggio di costruire gradualmente una nuova unità spirituale del continente europeo”. Per questo, Mattarella tende la mano ai Balcani occidentali, di cui la Slovenia è estrema appendice e precursore nell’integrazione comunitaria, “esempio di come sia possibile guardare insieme a un orizzonte condiviso, nella comune appartenenza alla famiglia europea”.

Nella visione del presidente, “Gorizia e Nova Gorica saranno la vetrina dell’autentico spirito europeo, realizzando programmi e iniziative che potranno, tutte, giovarsi del pluralismo culturale che rappresenta una delle caratteristiche più attraenti di queste terre”. Se da un lato ciò aiuterà a rafforzare i buoni rapporti già esistenti tra Roma e Lubiana, Mattarella pone questa sinergia anche come traino per l’allargamento dell’Unione europea verso la vicina penisola, a simbolo di confini che hanno tagliato le comunità ma che si possono ricucire con obiettivi nuovi.

“Il processo di integrazione continentale non sarà infatti completo fino a quando i paesi dei Balcani occidentali non potranno condividere tutti la nostra stessa prospettiva. Per storia, per cultura, per valori, essi sono parte costitutiva dell’Europa, che è culla del loro passato e orizzonte del loro futuro”. L’appello è quindi ai 27 stati membri affinché spingano in questa direzione e agli stessi balcanici interessati affinché non demordano: “Nova Gorica e Gorizia, che con tanto calore ci accolgono, hanno dato vita a un’iniziativa di alto profilo sociale, culturale e politico”.

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