Gorizia e il suo 12 giugno, il ricordo della fine della presenza titina

Gorizia e il suo 12 giugno, il ricordo della fine della presenza titina

la ricorrenza

Gorizia e il suo 12 giugno, il ricordo della fine della presenza titina

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 12 Giu 2022
Copertina per Gorizia e il suo 12 giugno, il ricordo della fine della presenza titina

Il ricordo dei 40 giorni sotto Tito, l'appello a non dimenticare e le polemiche.

Condividi
Tempo di lettura

Per molti è ancora una ferita aperta, per altri ormai una pagina di storia. Questa mattina, autorità e associazioni hanno ricordato quel 12 giugno 1945, quando il controllo della città passò di mano dai partigiani titini agli Alleati, momento definito “la vera liberazione” di Gorizia, così come del resto della Venezia Giulia. Una cerimonia ristretta e ridotta, quella tenuta in pochi minuti al Parco della Rimembranza, vista anche la concomitanza con le elezioni comunali ma che ha voluto comunque ricordare quei momenti.

A portare gli omaggi davanti al lapidario, che raccoglie i nomi di 665 goriziani deportati, sono stati il sindaco Rodolfo Ziberna, il prefetto Raffaele Ricciardi, l'assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari e il presidente della locale Lega nazionale, Luca Urizio. A prendere la parola è stato però solo il primo cittadino, soffermandosi sul significato della giornata. “La città - ha rimarcato il sindaco uscente - in quanto porzione del nostro Paese ricorda il 25 aprile la liberazione dall’occupazione nazifascista, ma in realtà in quei giorni non eravamo liberi dal rischio di essere inglobati in un regime”.

“Per oltre 40 giorni - ancora Ziberna - a Gorizia sono state scritte le peggiori pagine di storia della nostra comunità. Oltre mille persone deportate a guerra finita, tra loro anche socialisti, sindacalisti e burocrati. Non si trattò di liberazione ma di vera e propria occupazione, così come per Trieste, per sedersi al tavolo delle trattative da una posizione di forza”. La giornata è stata istituzionalizzata nel 2020. Il sindaco ha quindi evidenziato che “ogni cittadino ha la possibilità di scrivere nuove pagine ma anche l’obbligo di conoscere”.

Presenti i labari delle diverse associazioni d’arma. Dal canto suo, la Lega nazionale - in una nota - ha commentato che “per le nostre terre, il 12 Giugno 1945 rappresenta la vera liberazione, una data ben più importante del 25 aprile data che ci riporta ad un periodo immediatamente successivo terrore durato 40 giorni. Una data quella del 12 giugno 1945, giorno della liberazione di Gorizia dalla presenza Jugoslava, assimilabile a quella del 25 gennaio 1991 giorno della liberazione della Slovenia dall’occupazione Jugoslava”.

Fin dalla sua istituzionalizzazione, la ricorrenza non ha mancato di suscitare polemiche. Nei giorni scorsi, è intervenuta la Slovenska skupnost, che in una sua nota aveva evidenziato "che quel giorno del 1945 non ci fu alcuna liberazione. L'unica liberazione avvenne il primo maggio 1945, quando i partigiani del Fronte di liberazione nazionale, insieme ad altre forze alleate, entrarono a Gorizia e la liberarono dall'occupazione nazifascista. Il 12 giugno vi fu solo un cambio tra le forze alleate nell'amministrazione del territorio liberato".

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione